“Non si può discendere due volte nel medesimo fiume” diceva Eraclito ( almeno credo che fosse Eraclito) sottolineando come l’uomo non possa mai fare la stessa esperienza due volte perché ogni esperienza umana ubbidisce alla legge inesorabile del mutamento.
E così, pubblicati i tabelloni con gli esiti degli esami, la mia esperienza di tre anni con la terza C diventa inesorabilmente irripetibile e, triste a dirsi, diventa un pezzetto del mio passato, della mia storia personale di insegnante un ricordo che per ora è un po’ penoso, ma che ben presto si tramuterà in qualcosa di molto tenero e dolce come lo sono i ricordi di tante classi che ho incontrato e con le quali ho condiviso pezzi importanti di vita.
Che resteranno nel mio cuore i ragazzi lo sanno già, ciò che forse non sanno è che con la loro serenità, con la loro presenza discreta, ma affettuosa di adolescenti mi hanno aiutato in un momento non facile della mia vita e per questo mi saranno sempre cari in un modo un po’ particolare.
L’acqua del fiume scorre e lava il cuore, il vento soffia e trascina con sé le nuvole che mutano forma e colore ogni istante eppure ci affascinano con la loro grazia, con la loro bellezza.
Nuovi cieli, nuove forme, come nuove forme assume la mia vita.
πάντα ῥεῖ, appunto.