Che fiko, proprio oggi che non avevo niente da scrivere, e’ arrivato il terremoto a salvarmi il post. (precisiamo: avevo due o tre idee ma una me l’ha fregata Tonari sul filo di lana, un’altra e’ troppo lunga da trattare e oggi non ho tempo, mentre la terza e’ impegnativa (tratta di patata) e quindi devo studiarmela meglio prima di scriverla).
Torniamo al terremoto. Oggi me ne stavo in mensa a mangiare e a discorrere amichevolmente coi colleghi, quando inizia a ballare tutto. La mensa della mia azienda e’ al terzo piano, uno stanzone immenso con dentro tipo un migliaio di persone, tutte vestite di bianco con la divisa della spectre. Bene. Ad un certo punto, si inizia a ballare. Una trentina di secondi, via di ondeggiamenti.
Oh, non s’e’ mossa una forchetta.
…No spe, siamo in Giappone.
Oh, non s’e’ mossa una bacchettina.
Pazzesco. La gente non solo non ha smesso di parlare, ne’ di mangiare. Ma non si sono fermati nemmeno un secondo dal servire il cibo. La gente coi vassoi in mano magari si e’ cagata un po’ sotto, ma non l’ha dato a vedere. Via dritti, come se niente fosse.
Ma la cosa proprio fuori, e’ che il brusio di fondo della mensa non si e’ fermato. Non un commento, non un cambiamento di tono. La gente ha continuato a parlare degli argomenti di cui stava parlando. Magari qualche commento, forse, "oh, il terremoto". Ma per dire, a me l’acqua ha straripato dal bicchiere. Insomma, non si era proprio fermi.
Una volta tornato in ufficio sono andato nel sito delle previsioni del tempo, alla voce "terremoti". Ecco un paio di foto: non era niente di che, due-tre gradi della scala Richter. Noi si e’ ballato un po’ perche’ si era al terzo piano, e gli edifici giappi ballano quando assorbono i terremoti. Certo che si fidano un casino dei loro edifici antisismici qui, eh.