Ieri, 30 anni.
Tanti ne sono passati da quella sera del 23 novembre 1980. Ero in cucina, giocavo sul tavolo con dei soldatini di legno, li ho ancora conservati, i miei erano in salotto a vedere gli esiti delle partite domenicali.
Una strana sensazione per un bambino che non aveva mai sentito un terremoto, le urla dei miei genitori, mio padre che mi prende in braccio e mi porta giu’ al parco, mentre mia madre va controcorrente e sale le scale fino al quarto piano, mentre tutto il palazzo scende giu’, a recuperare i miei nonni.
Poi la notte in macchina, le notti successive in auto alla ricerca di un posto dove eventuali altre scosse e altri crolli non avrebbero causato problemi. Per un bimbo era anche divertente questa cosa, vivere come in campeggio, non andare a scuola, ma poi finito il primo periodo tante cose sono rimaste.
La casa lesionata, la scuola chiusa, la borsa per scappare sempre pronta dietro la porta di ingresso, credo che quella borsa sia stata li per altri vent’anni.
Sarebbe veramente interessante vedere tutto quanto e’ stato fatto e a distanza di 30 anni tirare qualche conclusione, si dice che la storia conferira’ giusti e cattivi, trant’anni credo siano abbastanza.