Martedì 30 giugno, il giorno sarà un po' più lungo del solito ma solo di un secondo: 86.401 contro i consueti 86.400 secondi. Un adeguamento necessario per allinearsi con la rotazione del nostro pianeta che sta rallentando.
Il tempo viene scandito dagli standard dell' UTC ( Coordinated Universal Time).
L'UTC è un "tempo atomico": la durata di un secondo si basa sulle transizioni elettromagnetiche estremamente prevedibili degli atomi di cesio e corrisponde a 9.192.631.770 cicli della radiazione che avvengono in un transizione tra due specifici livelli energetici dello stato fondamentale dell'atomo.
Queste transizioni sono così affidabili che l'orologio al cesio è preciso per 14 mila anni.
Tuttavia, il giorno solare medio, la cui durata si basa sulla rotazione terrestre, è di circa 86.400,002 secondi perché il nostro pianeta sta gradualmente rallentando, a causa di una sorta di forza frenante dovuta ad una "guerra" gravitazionale tra Terra, Luna e Sole.
Gli scienziati stimano che il giorno solare medio ha superato gli 86.400 secondi dal 1820 o giù di lì.
Questa differenza di 2 millisecondi è molto meno di un batter d'occhio e sembra piuttosto insignificante ma diventa meno trascurabile se si pensa che si ripete ogni giorno, per tutto l'anno.
A voler essere precisi, però, sebbene la Terra stia rallentando, la lunghezza di ogni singolo giorno varia in modo imprevedibile perché influenzata da molti fattori, come le variazioni climatiche, stagionali ed interne al nostro pianeta, acque sotterranee, ghiacciai o maree oceaniche. Anche El Niño può causare rallentamenti nella rotazione terrestre facendo aumentare la lunghezza del giorno di ben 1 millisecondo.
Gli scienziati tengono sotto controllo il tempo impiegato dalla Terra per completare una rotazione con una tecnica estremamente precisa chiamata Very Long Baseline Interferometry ( VLBI), che tiene traccia delle variazioni a breve e lungo termine osservando i quasar (oggetti astronomici essenzialmente immobili perché distanti miliardi di anni luce dalla Terra). Queste misure sono condotte da una rete mondiale di stazioni con il coordinamento del Goddard Center che fornisce che fornisce anche l'analisi e l'archiviazione dei dati raccolti.
Fonte: https://youtu.be/59Bl8cjNg-Y
Lo standard chiamato Universal Time 1 ( UT1), quindi, che si basa sulle misurazioni VLBI, tende a discostarsi dall'UTC dell'orologio al cesio.
La discrepanza viene colmata aggiungendo secondi in modo da mantenere un delta massimo di 0,9 secondi circa.
In genere questi adeguamenti si effettuano o il 30 giugno o il 31 dicembre: in questo caso, il 30 giugno, molti sistemi verranno semplicemente spenti per un secondo.
Non è possibile prevedere quando sarà necessario ripetere l'operazione, si legge nel comunicato NASA.
"La modellazione della Terra prevede che sempre più secondi bisestili dovranno essere aggiunti nel lungo termine ma non possiamo dire se sarà necessario aggiungerli ogni anno", ha detto Chopo Ma, geofisico del Goddard, membro del consiglio direttivo dell'International Earth Rotation and Reference Systems Service.
Dal 1972, anno in cui è stato introdotta l'aggiunta di un secondo, al 1999, l'operazione è avvenuta una volta all'anno, per poi diventare meno frequente: questa sarà solo la quarta occasione dal 2000, ma il motivo per cui l'allineamento si è reso meno necessario negli ultimi tempi, rimane un mistero.