“Vittorio Torelli, mio padre. Mai un lavoro fisso. Faceva un po’ di tutto e tanto di nulla. Disoccupato e alcolizzato perso. Aveva preso il vizio da chierichetto, quando si sbronzava col vino del parroco”.
(Torpedo)
Alcune storie vien voglia di divorarsele in un sol boccone, per quanto sono belle. Generalmente quando si seguono le avventure di un personaggio, può capitare di imbattersi in una delle sue storie un po’ sottotono, forse per mancanza d’ispirazione da parte dell’autore.
Ma che un personaggio riesca a soddisfarti per tutta la sua vita editoriale è quasi un miracolo.
Beh, che ci crediate o no, Torpedo ha compiuto questo miracolo: non farmi mai pentire di aver letto una delle sue avventure genialmente scritta da Enrique Sànchez Abulì e disegnata con altrettanta geniale sintesi da Jordi Bernet.
Quindi potete immaginare la difficoltà in cui mi trovo nel dover scegliere per questo articolo uno dei cinque volumi, di recente uscita, che racchiudono l’intera opera del duo spagnolo.
Alla fine ho optato per il terzo libro, per una semplicissima ragione, la stessa che del resto lo distingue dagli altri: il fatto, cioè, che contiene le storie di un Torpedo ragazzino, ambientate in Sicilia, che danno quel tocco in più rispetto alle altre storie che comunque sono incredibili per ironia, crudeltà e violenza.
Perché sono questi gli ingredienti principali delle avventure di Luca Torelli, alias Torpedo, gangster d’origine italiana, cinico, spregiudicato e completamente ignorante che vive le sue avventure negli anni della grande depressione.
Torpedo non ride mai, ha sempre l’espressione da duro senza esserlo minimamente, cerca di usare il cervello pur conscio della sua stupidità, quando c’è da sparare non esita a farlo senza pensarci troppo; del resto è il suo lavoro e lui cerca di portarlo a termine con brutale onestà e ironia. Infatti Torpedo è un fumetto che si pone a metà strada tra l’umorismo (ci si diverte parecchio leggendolo) e il poliziesco hard-boiled fatto di antieroi perdenti, (come il nostro simpatico protagonista), poliziotti corrotti, ladruncoli da strapazzo, puttane seducenti e boss lardosi.
In storie come La legge del taglione, Alzati e Cammina, Tutte Puttane e Un giorno alle corse, Torpedo si barcamena tra una difficoltà e l’altra in mezzo a una giungla d’asfalto dove vige la legge del più forte: se spari, forse non muori, se ammazzi un pezzo grosso ti fai anche la sua amichetta e se non sei sveglio, il furbo ti fotte alle spalle.
Ma è in storie come C’era una volta in Italia, Toccata e fuga e Dies Irae che Abulì e Bernet dimostrano il loro formidabile talento, passando dalla giungla d’asfalto americana alla precaria provincia siciliana, fatta di bestialità e rozzezza raccontate con disarmante onestà tra personaggi squallidi e ragazzini cinici.
Violenza, morte, sesso e incesto raccontati senza urtare la sensibilità del lettore, perché egli stesso è il primo a immedesimarsi nel gangster italoamericano vedendo tutto ciò dal suo punto di vista e cioè da quello di chi uccide per vivere.
Un fumetto che si legge e rilegge senza mai annoiarsi. E il sodalizio artistico tra i due autori è tra i migliori della storia del fumetto; Abulì racconta Torpedo con la tenacia di uno che ha davvero fatto il gangster durante la grande depressione. D’altro canto Bernet s’innamora così tanto del personaggio fino a raggiungere un’espressività artistica degna del miglior Milton Caniff e le “pupe” tutte labbra e curve rimangono impresse nella memoria senza possibilità di dimenticarle.
Uscito in Spagna nel 1981, arrivato da noi alla fine degli anni ’80 e consacrato al successo all’inizio del 1990 con una rivista a lui dedicata tra le migliori del nostro panorama fumettistico, Torpedo ha lasciato il segno nel fumetto europeo, così come i suoi due autori che, con una materia da pulp magazine, hanno creato un autentico gioiello.
Curiosità
Le prime due storie di Torpedo furono in realtà disegnate da Alex Toth. Ma il grande artista americano non riusciva a entrare in sintonia con il personaggio giudicandolo cinico e violento. Una volta preso in mano da Bernet, il fumetto trovò tutti gli ingredienti che gli mancavano per diventare un capolavoro.
Edizione Consigliata
Questa della BD rimane la migliore per qualità e completezza; come dicevo esistono altri quattro volumi cartonati che racchiudonotutte le storie di uno dei migliori fumetti di sempre.
Altre edizioni
In Italia le avventure di Torpedo sono state edite dalla casa editrice Comic Art in cinque volumi cartonati a colori più uno brossurato in bianco e nero (uscito sotto il marchio Edizioni Produzioni Cartoons) che però racchiudono solo una parte delle storie. Inoltre la Acme (la stessa che editò la rivista dedicata a Torpedo) pubblicò un volume brossurato: Torpedo – Nove novelle nere, sempre scritto da Abulì con qualche illustrazione di Bernet, che segnò l’ingresso del rozzo gangster nella letteratura hard-boiled.
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