Visto che parlare di crisi economica deprime e fa diventare sempre più
apocalittici e sempre meno integrati, facciamo come nel Decameron: mentre attorno a noi c’è la pestilenza e i cadaveri si accumulano, dedichiamoci ad un argomento sempre interessante, il sesso. Eros come antidoto a Thanatos. Funziona da millenni.
Mi stavo giusto rileggendo i post (
1 -
2-
3) che, due anni, fa avevo dedicato alla diatriba sul sesso ludico accesa in rete da alcuni articoli di
Paolo Barnard, primo fra tutti l’ormai mitico
“Sono andato a puttane”. La visione di Barnard, la riassumo in un flash per comodità, invitandovi ugualmente ad approfondire sul link, auspicava un approccio più disinibito delle donne nei confronti del sesso, da viversi appunto come un gioco e non necessariamente come qualcosa di sentimentale. Tutto questo a costo zero, senza scambi di denaro come contropartita, perché secondo lui era proprio il denaro ad aver rovinato i rapporti uomo-donna. La famigerata mercificazione del sesso. Un inno, quello di Barnard, al sesso gratis, al libero scambio di secrezioni secondo il principio del baratto. Io do’ una cosa a te e tu dai una cosa a me. Come i mercatini argentini dei tempi della crisi del 2001 dove le signore cuocevano le torte e le scambiavano con benzina o detersivi.
Secondo i dettami del sesso gratis e a volontà come sui prati di Woodstock – altri tempi ormai morti e sepolti, però – la voglia di scopare per gioco e di per sé, senza impegno e amici come prima avvantaggerebbe perfino i cosiddetti Uomini Beta, quelli che di solito le donne scartano perché troppo impegnate a correre dietro agli odiati (dai Beta) Uomini Alfa, quelli ai quali basta uno schioccar di dita ed ai quali daresti non solo la topina ma anche un rene e tre litri di sangue subito. Resta da stabilire se il principio varrebbe anche al contrario, ovverosia se il vantaggio scatterebbe anche per le donne Beta rispetto alle Alfa. Barnard questo non ce l’ha ancora spiegato.
Certo, sarebbe bello il libero amore senza complicazioni e contropartite ma il mercato applicato alle pulsioni non è così facile da scardinare in un mondo dominato interamente dallo scambio in denaro. L’idea del sesso ludico no-cost è terribilmente utopistica se non la proiettiamo in un mondo futuro senza denaro e nemmeno il sentore di qualcosa come il mercato. Un’Arcadia, insomma. Senza contare che nei rapporti intimi c’è sempre il brivido dell’imprevisto sentimentale.
Immaginiamo di volere solo del sesso e nessuna complicazione sentimentale per i nostri buoni motivi.
Se ci dedichiamo al dai e vai in forma gratuita, la componente sentimentale è fuori controllo e c’è sempre il rischio collaterale costante di affezionarsi, innamorarsi, perdere del tutto la testa, prendersi un due di picche o subire un abbandono perché tu vorresti continuare ma lei o lui non ne vogliono più sapere, per non parlare della caduta nella routine e nella noia.
Se invece c’è di mezzo il denaro, la contropartita, l’incentivo nel rapporto sessuale, allora questo serve proprio ad annullare l’effetto collaterale. Sapendo a priori che quella persona viene con te perché la paghi, sai già che molto probabilmente sta fingendo, che dopo se ne andrà per la sua strada, che non ti ci devi attaccare. Però quello che chiedi lo dà e quindi anche il due di picche è scongiurato.
Per di più, la mercificazione sarà brutta e cattiva ma il sesso a pagamento permette di scopare a tanta gente che altrimenti potrebbe dedicarsi solo al faidate.
Il denaro fa scopare i vecchi, i brutti, i matti, i malati, perfino i deformi. In una società repressa e repressiva, dove sembra che ci sia un Valentino per ogni Valentina e che ci si incontri come nei film con una facilità spaventosa, la realtà è spietata. Una volta che tutti i Valentini sono accoppiati con tanti bei marmocchi attorno, che fai, ti metti a sfasciare famiglie? Senza contare che trovare un partner, cambiarlo, sperimentare semplicemente, richiede un enorme dispendio di tempo. Se si vuole solo fare un po’ di ginnastica, o ti infili in
Badoo dove puoi pescare
di tutto e arrivi proprio a grattare il barile, senza contare la componente di rischio oggettivo, oppure ti rivolgi ai professionisti.
E allora, rileggendo l’articolo di Barnard e i miei di risposta e infilando il tutto
nel frullatore mentale dove da parecchio tempo si stanno accumulando alcune mie personalissime riflessioni, sono pronta a chiamare Tom Dickson, premere il pulsante, a pronunciare la parola magica:
“Will it blend?” e lanciare la provocazione.
Siamo sicuri che un rapporto sessuale regolato dal denaro sia sempre e soltanto squallido e degradante? Perché, visto che la mercificazione vive e lotta con noi, non rivolgere il sistema a nostro vantaggio? Perché, non potendo evitare di essere violentati dal mercato, non sdraiarci e provare a trarne godimento?
Ed ecco il punto e mi rivolgo alle ragazze in ascolto. Non farebbe bene anche a noi andare a puttani e non trovarci niente di male?
Gli uomini se hanno voglia hanno un’offerta enorme a disposizione e i prezzi sono più che abbordabili, se non si pretende la supermodel con 50 euro da spendere. Poi magari cercano tutte le
scuse: l’accudimento, la porta aperta, la donna all’ennesima potenza quando invece vogliono solo sesso ma questo fa parte dell’ipocrisia religiosa.
Noi donne invece, avendo le medesime esigenze degli uomini, siamo ancora discriminate. O meglio, la prostituzione maschile esiste ed è fiorente, ma è elitaria e costosa, oppure troppo esotica. Pare che i più gettonati tra gli escort made in Italy – ma ci sono pure gli albanesi da 30 euro per strada – non si slaccino nemmeno la patta per meno di 300 euro per una mezz’oretta e arrivino fino a 3000 euro per un weekend e che la facciano cadere un po’ dall’alto, del tipo: “La signora dev’essere comunque gradevole”.
Forse se aumentasse la domanda – ecco, maledetta legge di mercato che sei sempre tra i piedi, siamo di nuovo a parlare di economia e a deprimerci – scenderebbero anche i prezzi.
Chissà se è già previsto il “soddisfatte o rimborsate”?