300: Magnus – Lo Sconosciuto

Creato il 03 luglio 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Rizzoli – Lizard, 2012 (Italia, Lo Sconosciuto, 1975)

“Unknow, mi chiamo Unknow!”
“Unknow? E’ un nome strano… suona come “Sconosciuto”!
“Infatti! …sono in pochi a conoscermi!”
(dialogo tra Lo sconosciuto e Eliza Gonçalves)

Divertente autocaricatura di Magnus.

Quando conobbi Magnus nel Novembre del 1991 rimasi colpito; lo osservavo e mi chiedevo come poteva quell’uomo buffo e minuto aver prodotto e continuare a produrre una così imponente mole di disegni.
Un bel volume monografico che gli fu dedicato dalla Glittering Images negli anni ’80 lo definiva “L’uomo non ancora pazzo di disegno” e capisco bene la definizione, vista la cura maniacale nelle sue tavole.

Possiamo tranquillamente affermare che da quando, più o meno negli anni ’60, prese tra le mani matita, pennelli e inchiostro di china, il giovane Roberto Raviola non li mollò più e con questi strumenti essenziali stravolse il fumetto italiano.
E non è una frase fatta la mia, perché fin dagli esordi in coppia con lo sceneggiatore Max Bunker, l’autore bolognese dà il via a una serie di personaggi che oggi rappresentano la storia del nostro fumetto; con Kriminal e Satanik la super coppia realizza dei fumetti neri che resteranno nella storia; poi arriva Alan Ford e il fumetto grottesco si amalgama perfettamente con delle storie nere generando uno dei capolavori più divertenti del fumetto italiano.
Ed è proprio dopo aver disegnato da solo ben settantacinque numeri (avete capito bene, 75) che Roberto Raviola, in arte Magnus, decide di rompere il sodalizio con Max Bunker per dare inizio ad un suo personale percorso artistico come autore completo; e mai scelta, per un autore, fu più azzeccata. Magnus da quel 1975 e per oltre vent’anni lascerà il segno nel fumetto italiano con la stessa intensità e rivoluzione con cui Zorro lo lasciava per tutta la California. Magnus si cimenterà con svariati generi: dall’horror del bellissimo Vendetta Macumba (con Ennio Missaglia) al fantasy grottesco de La Compagnia della forca (con Giovanni Romanini), alla fantascienza di Milady nel 3000 e I Briganti, dall’erotismo de Le 110 pillole e Necron alle novelle orientali di Le femmine incantate fino ad arrivare a quel mitico Texone che lo impegnò per anni fino alla prematura scomparsa avvenuta nel 1996.
In un modo o nell’altro Magnus è riuscito a realizzare storie che hanno conquistato e affascinato i lettori di fumetti, grazie ad uno stile particolare e ad una personale ricerca artistica che ne fanno un autore di culto. E forse il suo culto e il suo grandissimo genio iniziarono a manifestarsi con la sua opera più complessa e affascinante: Lo sconosciuto.

Un personaggio, quest’ultimo, che accompagnerà Magnus per tutta la sua carriera d’autore, comparendo sulla scena nel 1975, con la storia Poche ore all’alba, e che vivrà la sua ultima avventura l’anno della morte dell’autore con la storia Nel frattempo. E nel mezzo troviamo una serie di storie senza tempo o età, articolate e complesse nella struttura, che hanno per protagonista un uomo di cui poco si conosce; ex legionario e combattente, uomo senza scrupoli e con un passato macchiato da crimini atroci che è meglio non sbandierare troppo, Unknow (sconosciuto appunto) si muove nel periodo in cui fu realizzato e cioè quegli anni ’70 abbracciati da rivoluzioni, attentati e crisi varie che arricchiscono le sue avventure di un contesto politico sociale facilmente riconducibile alla realtà di quegli anni. Con Lo Sconosciuto Magnus dà inizio, e sviluppa sempre di più, il suo personale stile, sia a livello artistico (sempre impeccabile), sia come sceneggiatore delle proprie storie; e da questo punto do vista le avventure di Unknow rappresentano uno dei migliori esempi di fumetto nero (con inserti spionistici, gialli e talvolta horror) complesso e articolato, a volte anche di difficile comprensione, come nel caso della splendida storia L’uomo che uccise Ernesto Che Guevara.

Ma le storie de Lo sconosciuto rappresentano anche uno dei punti di partenza del rinnovamento del fumetto italiano (iniziato negli anni ’70 e che porterà nuova e ineguagliabile linfa vitale negli anni ’80); un uso esplicito e coreografico della violenza praticamente impensabile per un fumetto serio e drammatico; il sesso è rappresentato in maniera evidente e (come nella sequenza di violenza nell’episodio Morte e Roma) disturbante, così come disturbanti sono anche le scene in cui si vedono braccia mozzate, cruente torture e sequenze splatter davvero inusuali per lo standard del fumetto, ma assolutamente necessarie e che rispecchiano perfettamente la personalità sporca e violenta di Unknow.

Si può certamente suddividere in due fasi distinte l’avventura editoriale de Lo sconosciuto: le storie degli anni ’70 in cui Magnus lavora ancora nel formato a due vignette orizzontali così com’era in voga per la maggior parte dei fumetti in quel periodo e le storie realizzate negli anni ’80 in cui l’autore riprende il personaggio dopo cinque anni arricchendolo ancora di più grazie al perfezionismo stilistico maturato nella lunga pausa. E se le prime storie risultano di più facile presa su un pubblico più popolare, il secondo ciclo di storie (da Una partita impegnativa fino a L’uomo che uccise Ernesto Che Guevara) si presenta con delle trame più macchinose che incontra i favori di un pubblico che sta cambiando ed è sempre più esigente. Ma è in tutte le storie che Magnus ci fa osservare il lento declino di un personaggio che comunque è destinato prima o poi a morire ma anche (per volontà del suo autore) a “resuscitare”; e nell’ultima storia ridotto senza denti per le torture subite in quella precedente, lo vediamo invece allontanarsi sorridendo, ringiovanito e con una nuova dentatura che gli permette di salutarci mostrandoci il suo nuovo sorriso e lasciandoci intendere un suo ritorno. Magnus disegnava l’ultima strip del suo personaggio più bello la sera del 4 febbraio del 1996.
Il giorno dopo non avrebbe più fatto parte di questo mondo.

Tavole de Lo Sconosciuto da due delle storie più belle e riuscite: a sinistra una delle tavole con schema a due vignette tratta dalla storia I 5 gioiellieri; a destra una rappresentazione della violenza tratta dalla storia L’uomo che uccise Ernesto Che Guevara.

Curiosità

Tutte le storie de Lo Sconosciuto possono essere divise in più cicli di cui Poche ore all’alba, Largo delle Tre Alpi, Morte a Roma, I 5 gioiellieri, Il sequestrato della sierra e Vacanze a Zahlé
che compongono il primo, realizzato negli anni ’70; seguono poi Una partita impegnativa, Il volo del Lac Leman, Full moon in Dendera, La fata dell’improvviso risveglio, L’uomo che uccise Ernesto Che Guevara, realizzate negli anni ’80. L’ultima storia, Nel frattempo, è del 1996. Nelle storie Una partita impegnativa e Il volo Lac Leman, Unknow compare solo come voce narrante.
L’idea de Lo Sconosciuto pare sia venuta a Magnus durante un viaggio in Africa. L’idea originale del grande autore bolognese era quella di coinvolgere in qualità di sceneggiatore l’amico Francesco Guccini; il noto cantautore parteciperà in maniera però poco decisiva alla stesura del primo episodio.
Magnus presta le sue fattezze a due personaggi: il killer Entonces (Largo delle Tre Alpi) e l’egittologo Philippe Champollion (Full Moon in Dèndera).
L’ultima storia Nel Frattempo è dedicata all’amico Bonvi, scomparso nel 1995.

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Edizione consigliata

Le storie de Lo Sconosciuto dovrebbero essere lette tutte per comprendere a fondo la complessità e la smisurata bellezza del lavoro di Magnus. In questo l’edizione consigliata ci favorisce: bella veste grafica, buona stampa ,anche se le prime sei storie sono state rimontate come tavole a sei vignette (in origine erano due), ottimo rapporto qualità prezzo. Prefazione di Graziano Frediani e postfazione di Fabio Gadducci. In appendice una piccola sezione a colori con lo storyboard di una storia Lo spettro di Tezca rimasta inedita. Si trova facilmente sia nelle librerie di varia che in fumetteria.

Altre edizioni

Diverse, nel corso degli anni, le edizioni che hanno raccolto Lo sconosciuto. Mi sento di segnalare quelle realizzate dalla Grifo Edizioni in volumi Deluxe di grande formato e curate dal sempre bravo Graziano Frediani, vero esperto e appassionato di Magnus.
Buono anche il bel volume pubblicato da Einaudi nel 1998 che raccoglie le storie del primo ciclo.
Alcune storie de Lo Sconosciuto sono presenti nei volumi allegati ai periodici La Repubblica (I classici del fumetto di Repubblica) e Il Corriere della sera (100 anni di fumetto italiano).
Da segnalare anche una bella edizione della compianta Granata Press del 1990, Traffici, che raccoglieva le storie Una partita impegnativa e Il volo del Lac Leman.

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