31. Il litorale

Creato il 05 gennaio 2012 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su gennaio 5, 2012

da qui

- Perché vicino a te mi sento meglio?
La casa è sempre quella: originale, fantasiosa. Oggetti sparsi come segni, o ricordi, o chissà cosa.
- Parlami degli ultimi giorni.
I colori contano: è dare un tono alla vita, decidere se sarà triste o allegra, perché la scelta è nostra; a chi si può impedire di sorridere?
- Giorni! Sono una prigione. Non ne posso più. Mi ha impedito di vederti.
Anche il letto è un dettaglio decisivo: a una piazza e mezzo? A due? Vuol dire sentirsi più lontani, o più vicini.
- Bisogna parlargli della libertà, spiegargli che non esiste un amore legato alla catena.
E il bagno: piccole cose; i sandali per doccia. Cosa mi ricordano? Ah! la conchiglia.
Gliel’ho detto mille volte. Perché non provi tu?
Le piante: piccoli vasi che immergono nella magia della natura; bisogna ricordarsi di non essere soli, che una rosa è capace di fare compagnia.
- Mi piace questa casa. Ogni angolo ha qualcosa da dire.
Che quadri appendere? Segni che in qualche modo ti riguardano: un paesaggio dove hai vissuto bei momenti, un volto che ti ispira simpatia.
- Ma i soprammobili non lo possono convincere. Hai un potere speciale: usalo, non abbiamo alternative.
E i sogni? Al mattino restano a mezz’aria, pronti per essere afferrati e messi in tasca; prima o poi ritorneranno utili.
- Dal barbiere sento le confidenze della gente. Ognuno ha i suoi guai, ma il fatto di poterli nominare, davanti allo specchio, a qualcuno che ti ascolta è già una soluzione.
Anche i pensieri vagano e si attaccano a un pomello, a una maniglia, oppure strisciano e si accucciano sotto una poltrona, in attesa di essere notati.
- Forse non ha con chi sfogarsi: è questo che lo ingolfa, lo rende nervoso. Non si apre nemmeno quando gli tagliano i capelli?
La vita più dura è quella delle parole che scappano quando non vorresti: hanno l’aria triste di chi ha perso casa, continuano a cercare per sempre un posto che non c’è.
- Ci sono tempi speciali: è allora che bisogna incontrarsi, sicuri che le parole andranno dritte al cuore. E’ una musica; se la colonna sonora fluttua da una stanza all’altra, ci si lancia al ritmo delle note, si lascia che ogni frase si depositi nell’anima e faccia il suo lavoro.
- Dove hai imparato queste cose?
A volte, per una specie di miracolo, trovano una mano che le coglie dal tappeto o un ripostiglio buio.
- Ester, ci sono cose che non si possono spiegare: come il fatto che una rosa ti commuova, o che un tratto di litorale battuto dal vento ti parli di un amore lontano, fino all’ultimo respiro.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :