31. Le tavole

Creato il 10 ottobre 2010 da Fabry2010

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Leopoldo è alle falde del Gunong (o Gunung) Tahan, una via di mezzo fra il Gran Sasso e il Circeo. Intorno a lui c’è una folla di giornalisti e cineoperatori, pronti a cogliere l’attimo in cui Giulio da Padova apparirà, emergendo dal suo ritiro misterioso. La gente è assiepata in ordine sparso coi cellulari pronti a catturare immagini da mostrare agli amici (che, nella maggior parte dei casi, ne farebbero a meno). Un bambino dai riccioli dorati chiede alla mamma perché stiano lì da ore e ore; lei è confusa, lo domanda al marito, ma neanche lui ha le idee chiare al riguardo. Finalmente qualcosa si muove sulla parete montagnosa, dove la sera comincia a calare lentamente: si distingue una macchia bianca di forma regolare, un rettangolo diviso in due; si direbbe una coppia di tavole di marmo su cui s’intravedono righe di colore nero. Man mano che l’uomo – sicuramente Giulio – si avvicina, è possibile decifrare le parole: l’idea; elaborare; sviluppare; dal vero; narratori; tempo; anticipazioni; montaggio; punti di vista; mistero!, caso e destino; leggere e scrivere; relazioni; luoghi; situazioni; gesti; sfondo.
- I diciassette comandamenti della scuola di scrittura!, grida un giornalista del TG regionale di Perugia. Qualcuno compie gesti apotropaici: tocca il cornetto rosso che gli pende dal collo o le parti basse, cercando di passare inosservato.
- Perché diciassette? domanda il bimbo dai riccioli d’oro finalmente interessato, seppure a un dettaglio del tutto trascurabile. La madre non sa cosa rispondere e gira la richiesta al padre, il quale è distratto da un movimento brusco di Giulio: uno scarto improvviso durante la discesa, come fosse attratto da qualcosa sulla sua sinistra. La folla si rivolge meccanicamente da quel lato e solo allora si accorge di un gruppo di persone intorno a un personaggio grasso e unto che manipola qualcosa con destrezza da giocoliere consumato. I primi a farsi largo a gomitate sono i giornalisti delle testate (in senso stretto) nazionali, che incornano i malcapitati situati sulla linea di sfondamento su cui avanzano, fino a raggiungere il margine del gruppo. Chiedono notizie sull’evento che ha indotto Giulio a cambiare direzione.
- Non vede, risponde un giovane dall’aria un po’ arrogante, stiamo adorando il Bidello d’oro.
- Il bidello che? Il giornalista ha dimenticato l’aplomb professionale e si lascia andare alla sorpresa.
- Il Bidello della Ricco Barocco, riprende l’altro, che spaccia panini con ricette di scrittura dei più noti storyteller, nascoste tra una fetta e l’altra. Arrivano a pagarli anche migliaia di euro.
Nel frattempo, Giulio ha raggiunto la combriccola: prende le tavole con i comandamenti e le scaglia sull’uomo dei panini, il quale muore gridando: Viva il giovane Holden!
Il bambino biondo chiede alla madre chi sia il giovane Holden; lei si rivolge al padre, il quale nel frattempo si è gettato in mezzo al capannello per raccogliere più panini possibile, sgomitando e incornandosi di nuovo col giornalista della testata nazionale. Intanto la notte è scesa sul Gunong (o Gunung) Tahan: non si vede più nulla; Leopoldo cerca a tentoni la strada del ritorno, tentando di riportare alla memoria la geografia del bosco narrativo.



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