I miei primi ricordi risalgono all'estate dell'82, a Maratea: la Chicca che accompagnava me e la Mamma in giro per l'albergo,una libellula dalle ali coloratissime, il Babbo che la sera dopo il lavoro mi portava a cavacecio e la testa mi toccava i rami degli alberi, il mare e gli scogli.
E poi l'inverno, a Duino; le domeniche a Trieste, lungo la strada con le pareti piene di sassi, e poi il boschetto, e nel boschetto dall'auto si vedeva un'orsa chiusa in una gabbia, che a pensarci adesso è una cosa di una crudeltà assoluta, ma da piccola mi piaceva tantissimo guardarla e salutarla con la mano.
E ricordo anche quello che provavo.
Chiedevo se quando saremmo tornati a casa "se faccio la brava posso vedere la teeeisione?".
Mi piaceva un sacco inventare le storie coi Puffi.
Mi piaceva giocare da sola, gli altri bambini li consideravo stupidi.
E' brutto da dire, ma è esattamente quello che ricordo, nei miei pensieri di treenne.
Tu sei tu, io sono io.
Non torno con la memoria a quel tempo per confrontarci, ma per cercare di comprenderti meglio e far sì che tu cresca serena.
Non sono nella tua testa, ma mi sembri serena. Ti svegli sempre col sorriso.
Parlottiamo in macchina, se ti svegli; mi racconti quello che hai sognato fino a poco tempo prima.
Stamani avevi sognato un bimbo grande che in Piazza dei Signori aveva giocato con te, facendoti "le facce buffe". Ti era piaciuto proprio tanto. Poi ti sei rabbuiata, e hai detto che al mare gli altri bambini non dovranno giocare coi tuoi giochi.
Ci penseremo quando saremo là, alla spiaggia dei bimbi.
Intanto, al parchetto, quasi ogni sera incontri bimbi e bimbe grandi ai quali ti attacchi come una cozza, salvo poi arrabbiarti se vogliono salire sulla "tua" altalena. Però poi rispetti i turni e le regole dei giochi in cui vieni accolta, nonostante tu sia la più piccola.
Io mi metto seduta sulla panchina e mi godo lo spettacolo.
Ho notato che adesso mi soffermo sulle tue frasi, sui paragoni e sui collegamenti mentali che fai, alla scoperta della tua intelligenza e della tua sensibilità.
Hai paura di farmi arrabbiare, e se vedi che comincio a fare gli occhiacci (perché di più non faccio) corri ad abbracciarmi le gambe.
Stai diventando poco a poco più ubbidiente: adesso si mangia a tavola tutti e tre, seduti, chiacchierando quando abbiamo finito di mangiare, senza più doverti rincorrere in giro per casa o insistendo affinché tu stia seduta dieci minuti.
Di questo devi ringraziare papà, perché io sono mollacciona e avrei lasciato correre per chissà quanto ancora, e poi all'asilo magari ti saresti trovata male, con altri bambini già soldatinizzati dal nido.
Continuo a ricevere pressioni per smettere di allattarti.
Non pensavo che saremmo arrivate a quasi tre anni ancora con la puppa, però ci siamo arrivate.
Sono stanca di giustificarmi, come se stessi commettendo chissà quale crimine.
Non voglio che tu rimanga piccola, anzi.
Quando lo eri non vedevo l'ora che crescessi.
I neonati mi fanno tenerezza, ma dopo un quarto d'ora mi rompo le scatole. Succedeva anche con te.
Sono felice di essere rimasta a casa a lungo, così so che non mi mancherà quel periodo, ma se ti avessi partorita già di 18 mesi, per come sono fatta io, sarebbe andata bene lo stesso, forse anche meglio.
Se mi stessi sempre attaccata alle sottane, se fossi isterica, se mi spogliassi fuori casa allora mi porrei qualche problema. Ma ormai credo che sia tu a dovermi dire, come sento che certi bambini fanno, "basta puppa".
E' che mi piace coccolarti, e la puppa è una coccola, così come i grattini sulla schiena, spazzolarti i capelli, i bacini e il solletico.
Il fatto che tu sia così "fisica", che ci abbracci, che coccoli noi e qualunque animale o umano ti capiti a tiro, dipenderà sicuramente dalla tua indole, ma anche da come ti abbiamo trattato fin da neonata.
Mi piace stare con te, e adesso ci starei sempre.
Ora che non porti più il pannolino (BRAVISSIMA!) possiamo andare dappertutto.
Mi sento più sicura di me stessa da quando ho ricominciato a lavorare, e soprattutto a fare un lavoro che mi piace. Questo si riflette anche nei rapporti con te e col MioAmore, ovvero il tuo Papà.
Così io sono più serena e tu ti comporti meglio, in un circolo virtuoso che fa bene a tutti e tre.
Tra quindici giorni partiremo per il mare, sono proprio curiosa di vedere che cosa combinerai là.
Con tanto amore
La tua Mamma
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