... uno strano rumore mi sveglia.
Realizzo dopo una frazione di secondo, che si tratta dell'armadio. Passano i secondi e il rumore si intensifica.
Poco dopo le ante sbattono violentemente, il letto si muove come una barca in acqua e oggetti cominciano a cadere affianco a me dalla libreria.
Nelle altre stanze sento vetri e cocci infrangersi a terra.
Le braccia di Lui arrivano in fretta a stringermi forte. Nel buio della notte noi due stretti al centro del letto. Lui che mi ripete per molte e molte volte che finirà presto, mentre tutto oscilla sempre più forte.
Io tento di gridare ma dalla mia gola non esce alcun suono, come se le mie corde vocali fossero paralizzate dal terrore.
Passa più di un minuto, poi tutto tace. Il silenzio inghiotte tutto ed è così intenso da far paura.
Accendiamo la luce. Molte cose intorno a noi sono a terra, rotte. Ci alziamo e prendiamo coscienza di quel che è accaduto. Niente di grave alla struttura del palazzo.
Poco dopo ci ricordiamo del gatto chiuso in cucina. Apriamo la porta ed è lì, in piedi con gli occhi sbarrati, impaurita. Una bottiglia di liquore l'ha quasi presa in testa.
La coccoliamo un po'. Ci vestiamo, prendiamo cellulari e documenti, il gatto e usciamo di casa.
In macchina comincio a tremare, e non per il freddo. Non riesco a smettere e non smetterò per altri tre giorni.
A casa di nonna tutto bene. Sono tranquilli e prendono il caffè. Io non riesco a spiccicare parola. Nel frattempo SKY TG24 ci informa che all'Aquila la situazione è davvero drammatica.
E noi, così vicini a loro...
Cerchiamo di chiamare i parenti ma i cellulari ovviamente sono intasati. Poi finalmente riusciamo a sincerarci che tutti stanno bene.
Nei giorni seguenti non riesco a stare sola neppure un minuto, così accompagno Lui a lavoro. Durante il giorno, la vita è quasi normale, riesco a essere abbastanza tranquilla, anche se il pensiero è fisso su quella notte. Ma appena il sole scende e il buio si fa strada, ecco di nuovo il terrore.
La sera cena da nonna e poi subito a prendere Trilly a casa. Poi di corsa in macchina, diretti al parcheggio del campo sportivo. Armati di trapunte e coperte per stare caldi.
Abbiamo dormito in macchina per dieci notti, e l'unica cosa positiva era Trilly che la mattina veniva a svegliarci dandoci i bacini sul naso.
Quando pensavo di stare finalmente meglio, ecco un'altra forte scossa... alla terra e all'anima.
Dopo un mese, nel quale abbiamo dormito un po' da nonna al piano terra e un po' sulla costa da mia suocera, finalmente sono riuscita a tornare a casa e a riprendere pian piano la vita di sempre.
La voglia di andare via da qui, verso il mare, è stata davvero forte... a tal punto che avevo anche cominciato ad impacchettare mezza casa.
Poi un giorno, ci si sveglia con la convinzione che non si può scappare via, perchè la tua vita anche se piena di brutte sorprese, ormai è qui.
Sono passati tre anni da quella notte disgraziata, e ora vedo solo aspetti positivi.
Il primo è che ora abbiamo un furgone, quindi invece di dormire in macchina, possiamo attrezzare un bel materassone e dormire comodi ;-)
Il secondo è che ora so come affrontarlo e se dovesse ricapitare non avrò più così tanta paura.
Il terzo è che, è stata un'esperienza... e mi ha aiutato a crescere.
Comunque spero di non dover vivere più una simile catastrofe, specialmente per non vedere più così tante vittime e un paese distrutto, forse per sempre.
Fra due giorni saranno tre anni... è incredibile come ogni minimo istante di quelle settimane sia impresso indelebile nella mia testa. Credo che rimarrà lì per sempre.