34. Patacche

Da Fabry2010

da qui

- Quale dossier?, chiede Maria.
Il conte Scheltri Dell’Armadio si aggiusta gli occhialetti tondi e riempie i polmoni d’aria il più possibile.
- Lei saprà certamente che la scrittura creativa è diventato un business redditizio. Uno si sveglia la mattina e decide di diventare insegnante di scrittura, butta giù un manuale in pochi giorni e lo rivende ai polli in cerca di becchime. Potrei farle un elenco di libri scritti con i piedi, zeppi di errori sintattici e banalità, privi di una pur inconsistente luce intellettuale e lanciati, nonostante tutto, come l’ultima perla di saggezza del creative writing nazionale. Vogliamo smascherare la truffa che dilaga, grazie a un’editoria selvaggia che spinge a pubblicare parti di menti ignoranti come pietre miliari della storia letteraria: un meccanismo perverso che si nutre del tam tam dei social network e di ogni forma di autopromozione. Diamo vita a un nucleo antisofisticazione per salvaguardare la scrittura dalle termiti che ne minano la credibilità, giorno dopo giorno; recensiamo le patacche e le esponiamo al pubblico ludibrio, ricostruiamo i miseri curricula dei maestri improvvisati per denunciarne l’inadeguatezza insuperabile.
Maria si sente tirare per la giacca: è il conducente del calesse che la invita a seguirla con un cenno della testa. Cosa vuole mostrarle? In fondo alla sala c’è una serie di fotografie:
- Sono alcuni esemplari di insegnanti di scrittura: può leggere le didascalie.
La donna decifra le lettere minuscole poste sotto ogni ritratto: maestro di tre anni, maestro di due anni, maestro di sei mesi, maestro di giornata. Il conte Scheltri ride fragorosamente:
- Sembra uno scherzo, e invece è tutto vero: vogliamo mettere fine a questo scempio. Il nostro castello sarà la sede centrale di un movimento che sbaraglierà tutti gli impostori.
- A cominciare da chi? azzarda Maria.
- Il conte fa un nome sottovoce. Nello stesso istante si sente il nitrito di un cavallo.