Venerdi ore 12,15. Parcheggio scuola elementare. La Dona arriva con largo anticipo a prendere la La Dona figlia e approfitta per leggere qualcosa. Fa caldo e i finestrini possono essere abbassati. Arriva una vecchia Punto bianca. All’interno una coppia con un pargolo di qualche mese, in braccio alla mamma, sul sedile anteriore. Posteggiano proprio davanti a La Dona, le auto “muso contro muso”. Anche loro hanno i finestrini abbassati. Non spegnono il motore…
Forse riparte subito, pensa La Dona. Ma passano alcuni minuti in cui lui guarda alcuni documenti presi dal cruscotto…
Forse stanno per partire, pensa La Dona. Ma passano altri minuti in cui lui e lei chiacchierano facendo giocare il piccolo…
Non sembra vogliano partire, pensa La Dona che comincia a innervosirsi e a guardarli con insistenza sperando capiscano. Ma loro la guardano e ridacchiano di quella strana tipa che si fa i fatti loro.
Forse se non partono è il caso che spengano il motore, pensa La Dona visibilmente alterata a questo punto. Ma loro continuano a chiacchierare e ridacchiare…
Forse…
Ma sono le 12,30 e suona la campanella.La Dona scende dall’auto per farsi notare da La Dona figlia.
La La Dona figlia arriva e così anche il figlio del maschio inquinatore. A quel punto La Dona si avvicina all’auto ancora accesa e gli dice:
– Scusi se mi permetto, ma se non lo vuole fare per rispetto al mondo che la circonda, lo faccia almeno per suo figlio, la prossima volta l’auto la spenga per favore.
Lui la guarda con aria tra lo stupito e il ” ma come cazzo ti permetti, donna, di dirmi cosa devo fare?” E le risponde pronto:
– Se la spengo non si riaccende più e poi chi mii aiuta a spingerla? Mi aiuti tu?
La Dona non si aspettava certo una risposta intelligente da un imbecille. Figurarsi delle scuse.