Pubblicato da fabrizio centofanti su gennaio 14, 2012
da qui
Cos’hai provato, quando sei salita sulla sedia?
Non ti era mai capitato di vedere le cose da un punto di vista alternativo.
Insomma, di’, cos’hai provato?
Giorgio, sei matto, perché dovrei salirci? Pensaci, cambiano le immagini, la coscienza di sé.
Che idee, si sente che dormi sotto i portici. Sali, non farti domande, dev’esserci un momento in cui il passato è passato: se potessi ricominciare, quali cose rifaresti e quali no?
Cos’ha quest’uomo che ti piace tanto? Solo perché è un poeta, un mendicante? L’infatuazione solita di una donna per qualcosa di diverso e originale? Smettila d’interrogarti, sali!
Quanto ho aspettato? mezzo minuto? una giornata? finiscila di guardare nel vuoto, possibile che non sai mai lanciarti, Gilda? quanto ci dovrei restare? vorrai rimanere qui per sempre; dove abiti? te l’ho detto, dove il vento non ha ostacoli; e il freddo, e la pioggia?
Hai mai pianto in vita tua? certo che ho pianto; per cosa? vuoi sapere tutto? è importante per cosa si piange, cosa provoca un buco nell’anima e ti rimette in contatto con te stessa; vuoi convincermi a salire, sei tremendo.
Non è da stupidi? mi sta facendo il lavaggio del cervello; il mondo all’incontrario! vedere tutto da un’altra prospettiva: e quale, di grazia?
Hai pianto o non hai pianto? Quand’è che ho deciso di salire? vieni, ti aiuto; faccio io, non sono mica handicappata, cos’ha quest’uomo? solo perché non ha casa né lavoro? è l’istinto materno, protettivo? se trovasse un impiego o diventasse celebre, mi starebbe ancora dietro? sta cercando una leva, un trampolino?
Dammi la mano, è facile; lo so, pensi che non sia mai salita su una sedia? sì, ma per appendere un quadro, o smontare una tenda, non è la stessa cosa; certo che sei strano; quando hai deciso di obbedirgli? obbedirgli? devi stare attenta.
Ecco, piano, ci sei quasi, lo vedi che è diverso? cosa c’è di diverso? trenta centimetri più in alto? non sai cosa voglia dire, mutare le abitudini, trovare qualcosa per cui nulla sarà come prima.
Che vuoi farmi? Stai tranquilla; no, non mi toccare; ti sto dando una carezza; cos’è che mi piace? che ti sorprende sempre con le sue parole? ebbene sì, ci sei riuscito e ora? non senti qualcosa di diverso? stai attenta: se ci fosse una trappola dietro tutto questo?
Vuoi sapere se ho pianto, sì, una volta ho pianto per davvero; quando? un’amica, l’unica amica è andata via; è stata trasferita? è andata via per sempre; e allora? non hai più creduto in te? era l’anima gemella?
Riuscirò a restare in equilibrio? non stringermi, così cadiamo insieme; quanti anni aveva? contano gli anni? e come se n’è andata? emorragia; e non sei stata più te stessa? difficile, se perdi l’amica della vita; di quale vita? questa; e se ci fosse un altro mondo? dove? un po’ più in alto, e come si fa per arrivarci? guarda: ci sei già arrivata.
Cos’è che mi piace? Forse perché mi ricorda qualcosa che credevo perso?