Il genere della commedia, appartenente a un filone sfruttato spesso anche in anni successivi, potrebbe ascriversi a quello dell'animal slapstick, genere che in realtà non so neanche se esista, se così non fosse rivendico paternità del termine e rispettivo copyright. In fondo la parte divertente del film, o almeno quella che dovrebbe esserlo, è affidata alle sequenze nelle quali i piccoli e dispettosi bassotti provocano in qualche modo il danese Brutus che, data la mole imponente, non può evitare di creare disastri. Il cast ominide funge più che altro da supporto alle scalmanate e distruttive sequenze messe in atto dai cani, svilendo un po' quel connubio che in F.B.I. Operazione gatto risultava più riuscito grazie a personaggi di contorno indovinati come Canoa o l'ossessiva vicina di casa della protagonista femminile.
Nonostante Quattro bassotti per un danese sia un caposaldo del genere per quell'epoca, mi sembra che abbia retto meno bene al passare degli anni rispetto ad altri film simili e soprattutto che a conti fatti non sia poi così divertente. È un film che si lascia guardare con piacere ma così, per riempire un pomeriggio in preda alla febbre, a visione ultimata anche Laura non era poi così entusiasta della pellicola (nonostante la presenza dei cani).
In ogni caso Mark (Dean Jones) e Fran (Suzanne Pleshette), coppia di giovani sposi, portano la loro cagnetta, un bassotto, dal Dottor Pruitt (Charles Ruggles) per il parto. Torneranno a casa, oltre che con altri tre piccoli bassotti (tutte femmine), con un cucciolo di danese a rischio abbandono che Mark non ha avuto cuore di lasciare al veterinario. Crescendo la gestione del danese diventa problematica, i bassotti si rivelano un po' stronzetti ma la dolce Fran ha occhi solo per loro, il bistrattato Brutus rischia di dover abbandonare la sua nuova casa adottiva causa i continui danni da lui creati, danni tra l'altro anche costosi. Ma Mark è ormai innamorato del suo cane che in fin dei conti, goffo quanto si vuole, è proprio un bravo ragazzo.
La commedia viaggia sui binari che ci si aspetta, si lascia però troppo spazio ai cani mentre non brillano particolarmente le schermaglie tra gli attori, a parte qualche sequenza più riuscita. Rispetto alla visione precedente, a pescare tra i miei ricordi avrei dato questo Quattro bassotti per un danese come favorito, decisamente, e invece...