4 novembre 2011, Genova invasa dalle acque

Creato il 05 novembre 2011 da Emanuelesecco

Un altro novembre da incubo da includere negli annali

Qualche giorno fa era toccato alle Cinque Terre, adesso il disastro è accaduto a Genova. Fiumi che straripano, piene che invadono la città ad una velocità impressionante, automobili che vengono spazzate via, esseri umani travolti dalla furia della natura.
Sembra che in Italia i giorni compresi da fine ottobre a inizio novembre siano puntualmente dedicati a qualche tragedia. Ricordiamo l’inondazione in Veneto, l’anno scorso, o quelle di Torino, Firenze, Genova e molte altre località italiane. E tutto perché chi di dovere non vuole rendersi conto del fatto che la natura non è un qualcosa di impotente che assiste ai nostri soprusi senza batture ciglio; o forse fa solo finta di essere così inconsapevole, tanto quello che interessa è solo il denaro.
E in tutto questo sembra che l’uomo non abbia colpa. Sembrano essere tragedie che nessuno poteva prevedere o al massimo prevenire. È sempre e solo colpa della natura, perfida e insensibile verso l’essere umano, incapace di lasciarlo vivere in pace e flagellandolo con continui disastri.

Quale cifra ci restituirà i morti e i dispersi delle Cinque Terre?
Quale mazzetta riuscirà a ricoprire la memoria delle morti che ieri hanno segnato il disastro di Genova?
Quale porco assetato di potere riuscirà per un’altra volta a cancellare la memoria di questi eventi speculandoci sopra?

In queste ore le persone che contano appaiono come strizzate e gettate a terra dal dolore. Il loro finto cordoglio è atto solo a mascherare la loro finta incompetenza dovuta ad interessi economici a scapito del territorio che amministrano. E mentre un nano afferma davanti ai leader europei che nel suo Paese la crisi economica mondiale non si avverte, l’Italia viene messa ancora in ginocchio dall’ennesima tragedia.
Non dimentichiamoci di queste tragedie… in fondo l’acqua ha sempre provocato disastri, ma solo quando si è vista sbarrare la strada dall’attività incontrollata dell’uomo.

Vorrei esprimere la mia vicinanza alle popolazioni colpite da questi disastri, dedicando loro la mia poesia Rabbia e acqua. So perfettamente che i versi in questione li composi pensando ad una specifica tragedia dimenticata, ma le parole da me scritte sembrano essere perfette anche per molti altri disastri.

E.


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