4. Secchio dei rifiuti

Creato il 21 gennaio 2011 da Fabry2010

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E’ il terzo libro che Simone Vangelis getta con insofferenza nel secchio dei rifiuti. La letteratura contemporanea gli lascia un senso profondo d’insoddisfazione; si è smarrita la struttura che ritiene irrinunciabile: inizio, sviluppo e fine. Un romanzo senza spina dorsale non è più tale e lui si rifiuta per principio di perdere il suo tempo. Nell’inconscio custodisce un archetipo in cui si riconosce, l’unico che ritiene degno d’attenzione. Il ricordo è legato a Parigi, come se la città umida di nebbia gli avesse contagiato una febbre che fa nascere in lui una profezia, un’immagine di bellezza incorruttibile. Ha ancora negli occhi colori e luci del quartiere latino, la musica del quartetto jazz improvvisato, il molo pieno di scie rosse di automobili che sfrecciano ai piedi della torre Eiffel, la facciata fastosa dell’Hotel Claude Bernard Saint-Germain o quella invitante del bistrot del Baron Rouge, il fascino indotto di Montmartre, con i disegnatori di caricature al posto degli artisti maledetti, la sala piena di musica del bar di Amelie Poulain, le oscenità di Pigalle tra buttafuori e buttadentro, la cattedrale di Notre Dame dove ha l’abitudine di accendere un cero di fronte alla statua di un santo sconosciuto, il mercato delle pulci di Saint Quen. Dalla fantasmagoria di apparizioni sempre nuove nascono storie quasi senza sforzo, così come piacciono a lui, con un inizio, un corpo e una fine, l’unica struttura che ricalchi la vita senza avere a che fare coi libri ingoiati dal secchio dei rifiuti, pieno fino all’orlo, perché gli è sufficiente dare una scorsa alle pagine iniziali per capire se l’autore è attratto dalla mania per le teorie difficili e magari cerca consiglio, discute coi lettori, si lascia guidare dall’istinto del momento senza un progetto ragionevole. Per questo Simone Vangelis ha deciso di eliminare una di queste malepiante, un certo Brice Cento: sa dove trovarlo, dal momento che ogni giorno passeggia in un viale alberato ai margini della città. Si pettina i capelli brizzolati ed esce di corsa, prima di pentirsi della decisione presa.



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