Esilio su Isla Hermosa, gennaio 1685
Si trovava ancora sottochiave. Non era nella prigione di Port Royal ma nelle celle dello scantinato, nella villa di suo marito.
Questa volta non c’era Jerry Hudson in compagnia di Eve Richter, e la Rossa si stava allontanando con il lume. Possibile che la lasciasse da sola? Dove si trovava Cate Sinclair? Salvador si sarebbe preoccupato, non trovandola in casa e allora si sarebbe…All’improvviso, una pressione in mezzo alla schiena la fece irrigidire. Fino a quel momento Blanca era stata certa di essere sola nella cella buia, invece qualcuno le stava puntando contro la pistola.
Era confusa, non ricordava assolutamente come avesse fatto a finire lì dentro, in più con un nemico alle spalle. Cercò di sbirciare con la coda dell’occhio, illudendosi che il buio sarebbe scemato, ma non riuscì a scorgere nessuno, anche se la pressione aumentò, come per intimarle di restare immobile. Ora il dolore alla schiena era persistente, le venne caldo ma preferì non muoversi, in preda alla paura. Era certa di non avere i suoi pugnali, altrimenti avrebbe cercato di farli scivolare nel palmo, era tutto così strano che avrebbe…poi di colpo spalancò gli occhi, rendendosi conto di trovarsi nel proprio lettuccio.
La consapevolezza di aver sognato la fece sorridere e arrossire, ma poi si accorse con angoscia che la pressione fra le scapole era reale, persistente e dolorosa. Qualcuno la teneva davvero sotto tiro. Non riusciva a ricordare nulla, la sua mente completamente confusa dall'orrore si rifiutava di ragionare, di darle una spiegazione.
Deglutì e attese, aspettò una parola che non venne, un respiro o un minimo movimento ma nulla. Reprimendo la voglia di gridare, con lentezza fece scivolare la mano dietro di sé.
Le batteva forte il cuore mentre le sue dita incontravano le ginocchia squadrate e ruvide del piccolo Sean, che appoggiandosi a lei, dormiva tutto rannicchiato. Blanca sentì allentare la tensione, si scostò alleviando il dolore e ridacchiò, dandosi della stupida: era stata tutta un’illusione!
Sean sospirò nel sonno, gettando le braccia fuori dal lenzuolo. Braccia pesanti come macigni, che le atterrarono addosso mozzandole il respiro. Sbuffando si liberò dalle coperte e socchiuse le imposte, guardando verso il mare: era ancora notte fonda e una nave illuminata solcava le onde verso Port Maria. Andò al focolare per riattizzare il fuoco e si rassegnò a passare la notte accanto ad esso, raggomitolata nello scialle di lana, intimamente soddisfatta per lo scampato pericolo.
22 aprile 2011
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