400 morti “sospette”: i sanitari coinvolti sono quasi sempre assolti

Creato il 07 giugno 2013 da Unamelalgiorno

brevissimo estratto da un ampio articolo pubblicato su quotidianosanita.it: tanta carne al fuoco, la lampante percezione che non ci sia la voglia (e probabilmente l’autorità politica e la capacità pratica) di affrontare il problema della (presunta) malasanità e la darwiniana soluzione che i medici si sono inventata, ovvero la medicina difensiva (che, mi preme sottolinearlo: non è gratis, ha un costo stimato di oltre dieci miliardi di euro).

Nella maggior parte dei casi non c’è stata colpa da parte dei professionisti della sanità. Le denunce per episodi di malasanità, infatti, spesso derivano da disservizi, carenze, strutture inadeguate, inefficiente servizio di eliambulanza, lunghe attese al pronto soccorso, difficoltà di trasferimenti del paziente da un ospedale ad un altro, casi di infezioni ospedaliere.
Negli ultimi anni sono aumentati in maniera significativa i procedimenti penali per casi di, presunta, malasanità. Ma proprio il bassissimo numero di condanne – nonché il cospicuo numero di archiviazioni – ha spinto la Commissione ad approfondire i dati delle Procure (aggiornati a dicembre 2011). Quel che ne è emerso è che i procedimenti per lesioni colpose a carico di personale sanitario sono 901 e rappresentano circa l’1,68% sul totale dei 53.741 procedimenti per lesioni colpose nelle circa 80 Procure della Repubblica valutate. In particolare 85 si riferiscono ad episodi registrati durante la gravidanza. I procedimenti per omicidio colposo a carico di personale sanitario sono 736. Rappresentano l’11,8% del numero complessivo di 6.586 procedimenti per omicidio colposo nelle circa 90 Procure della Repubblica valutate.