41 Antefatti – La chiave, 1678

Da Blanquita @Blanquita

Port Royal, Fort Charles, marzo 1678 Giunse sul molo, sir Morgan e l’ammiraglio Edwards l’avevano mandata a chiamare e lei sperava che fosse per congratularsi per l’ottima riuscita della cattura di quei bucanieri a Manteca Bay: anche se lei e le ragazze erano state costrette ad attraversare l’isola ne era valsa la pena. Camminando spedita, i tacchi a risuonare sul pavimento lastricato, Blanca avanzò a testa alta, apparentemente indaffarata ma in ascolto dei commenti dei marinai. Non sapeva cosa la spingesse a fare attenzione alle loro chiacchiere, forse era a causa degli occhi di quegli uomini, che le stavano piantati addosso. Erano occhi che la criticavano, visto che non era da donne perbene mettersi a fare il lavoro sporco, ma lei era e restava una signora, ai loro occhi, e solamente perché abitava in una villa del promontorio. Eppure Blanca non si era sentita più viva che dal momento in cui aveva deciso di diventare una mercenaria. Che andassero al diavolo le convenzioni, stava per diventare la donna più ricca di Port Royal, presto la stracciona di Tortuga avrebbe superato tutti! Il giorno prima aveva saputo che la testa di Hudson, non sapeva chi fosse ma tanto i pirati erano tutte bestie uguali, valeva tanto oro da permetterle di trasferirsi sulla terraferma e lei era decisa più che mai a catturarlo, per cominciare una vita diversa in Virginia, o nel nuovo stato, la Carolina. I suoi progetti si facevano ogni giorno più precisi, da quando aveva catturato la ciurma di Froissard, Blanca aveva ottenuto tutta la sicurezza che le mancava, ora era certa di poter portare a termine ogni impresa perché lei era in concreto invincibile, perché con la Rossa e la Bionda al fianco, poteva fare da esca per ogni stupido bucaniere e non solo guadagnarci denaro sonante, ma anche un riconoscimento dal governatore. Se Morgan, pagando, da pirata era divenuto Sir, lei come minimo meritava un titolo nobiliare! Che poi non lo faceva per la ricchezza, né per il prestigio, mandare in galera e sulla forca quei luridi predoni, era come togliersi i natali, diventare una persona migliore. Oltrepassò le guardie e si avviò sulla passerella. La nave sulla quale lei e le ragazze si allenavano ogni giorno, imparando a vivere in mare e a schermare con spade e bastoni, era stata ormeggiata quel pomeriggio, Blanca aveva le spalle doloranti e le mani piagate, ma poteva aspettare quel colloquio, prima di crollare. L’ammiraglio Edwards la aspettava presso il quadrato, mentre Morgan era già nel comando a tracannare vino, ultimamente prediligeva quello nero, diceva che gli sembrava un bere più raffinato, ma Blanca sapeva che lui nascondeva in uno stipetto il miglior rum delle isole, era stato svezzato a liquore e del succo d’uva non poteva saziarlo. Guardò negli occhi l’Ammiraglio dei Pirati, che ruttò sonoramente prima di farle segno d’accomodarsi, mentre Benjamin Edwards trasaliva, infastidito. Morgan le porse un bicchiere che lei rifiutò: -Ditemi, Sir Morgan.- -Mi hanno riferito che intendete dare la caccia a Hudson. Lo so bene che vale molte ghinee, ma non potete catturare quel pirata, è impossibile.-, biascicò Morgan. Lei alzò un sopracciglio:-Voi mi avete sempre detto che non c’è nulla d’impossibile!- -Quel dannato ha la fortuna, dalla sua! Hudson non ha bisogno d’amuleti, va in giro pari a uno straccione, ma nessuno lo tradirebbe mai! Conosco la sua ciurma, la sua fama, la gente lo proteggerà perché è generoso e il popolino lo ama.- Blanca sogghignò: -Come amava voi, Sir Morgan?- L’uomo minimizzò, sfarfallando le dita coperte da anelli: -Di me avevano paura, è diverso!- L’ammiraglio Edwards si fece avanti: -L’Ibisco d’Oro non fa mai scalo in Giamaica, voi non potete mettervi in navigazione, non ne avete le capacità né l’autorità! Tre donne in mare alla caccia di pirati, pensate a quant’è assurdo!-, ma Blanca guardava negli occhi spietati il vecchio pirata, che la fissava ghignando. Fosse stato per lei, non si sarebbe imbarcata, ma quell’uomo aveva in pugno la sua vita e la sua reputazione, e lei non aveva scampo. Certo, avrebbe potuto fuggire, ma non voleva che si pensasse che la moglie di Cecil Garth fosse una sgualdrina, né che fossero rivelate le sue umili origini. Morgan teneva nel pugno alcuni pistacchi e li masticava lentamente, con soddisfazione malcelata dalla piega sugli zigomi: si stava divertendo, indubbiamente. Per farlo smettere, per rompere quel silenzio, Blanca giocò la carta dell’orgoglio, rivolgendosi direttamente all’ammiraglio: -Hudson ha lasciato intendere che nessuna donna lo incastrerà, che la Marina britannica è costretta a ingaggiare femmine, per catturare i predoni, e questo io non lo posso sopportare!- Edwards si mosse verso di lei: -Ma ha ragione, non è cosa per signore, questa! Finché si trattava di sedurre ubriaconi poteva anche andare, le guardie appostate all’esterno vi avrebbero protetta  a costo della vita, ma diventare una mercenaria! Blanca, Cecil non me lo perdonerebbe…- -Cecil Garth avrebbe scommesso, su sua moglie.-, disse Morgan e, frugando in un cassetto estrasse una chiave:-Come farei anch’io. Eccoti la chiave di questa cassetta. Contiene oro, gioielli e monete. Te ne faccio dono per finanziare la tua impresa, Blanquita.-, infastidita dal tono colloquiale, Blanca afferrò la piccola chiave. Morgan trattene l’estremità del cordoncino che la legava e lei gliela strappò dalle dita, girando su se stessa per congedarsi. -Sir, voi vi sbagliate…-, protestò Edwards afferrando il cofanetto. -Non scommetto mai su una cagna perdente.-, fu la risposta che Blanca udì uscendo, mentre in gola le bruciava la voglia di urlare.           foto dal web

Pubblicato da blanca.mackenzie | Commenti (1) Tag: mercenarie 1677-1679
                          

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