414 milioni dal governo allo sport italiano, ma serve una dirigenza nuova

Creato il 01 novembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Da prime indiscrezioni risulta che il Governo non solo confermerà il medesimo finanziamento al Coni per la stagione in corso, ma, a dispetto della situazione economica attuale dove in ogni settore si tira la cinghia, verrà addirittura incrementato di 3 milioni di euro. Nel 2013, dunque, lo sport italiano potrà contare su 414 milioni, circa 7.5 dei quali verranno destinati alla cosiddetta “alfabetizzazione motoria”, ovvero il progetto voluto dal Coni (ma ancora solo parzialmente realizzato) per diffondere lo sport nelle scuole.
Dunque è bene chiarire sin da ora questo concetto: presidenti e dirigenti delle varie federazioni tricolori non potranno rifugiarsi in alcun alibi di natura meramente materialistica: i soldi ci sono, ora sta a loro impiegarli nel modo più razionale possibile e, soprattutto, senza sprechi.

Se le cifre di cui si parla venissero confermate, si tratterebbe di un segnale forte da parte del Governo: la politica ha compreso il valore educante, salutare e promozionale dello sport, decidendo di investirvi per costruire un futuro sempre più solido. Un futuro che, a questo punto, non può prescindere da un’Italia sempre più protagonista sulla scena internazionale, nel solco di una tradizione ultrasecolare che vede il Bel Paese tra le prime 5 nazioni al mondo nel medagliere olimpico (estivo ed invernale) di tutti i tempi. Quella di Londra 2012 è stata un’edizione positiva, la settima migliore di sempre per l’Italia. Tuttavia si può e si deve fare ancora molto meglio. Alcuni settori come atletica, canoa velocità, canottaggio, sollevamento pesi e lotta vivono una crisi profonda, da cui sarà possibile uscire solo con una rivoluzione dirigenziale (di cui non sembra esserci la volontà) ed affidandosi a tecnici preparati che sappiano come svezzare i tanti, troppi giovani che spesso si perdono nel passaggio dal settore juniores a quello seniores. Altri come nuoto, equitazione e vela non raccolgono risultati proporzionali alle loro enormi potenzialità. Per non parlare di badminton e tennistavolo, dove ormai siamo solo comparse o quasi.

Se il Governo, come dimostrato, crede nello sport italiano, allora che intervenga pesantemente anche nella sua corretta gestione. La classe dirigente, nove volte su dieci, è composta da ultrasessantenni più attaccati alla poltrona che ligi al rinnovamento con idee lungimiranti. Troppo spesso si pensa più ai propri interessi personali che al bene dello sport che si dirige. Con conseguenze spesso catastrofiche, non ultima la chiusura della pista di Cesana Pariol.

I soldi, dunque, sono fondamentali, ma non sono tutto: senza una reale volontà di cambiamento, senza un ventata di freschezza nel panorama dirigenziale, senza l’accantonamento dei clientelismi e degli scopi personali, lo sport italiano continuerà a “tirare a campare” come sta facendo, riuscendo ad eccellere solo grazie all’impegno e all’abnegazione di pochi appassionati che, di tasca propria e con immani sacrifici, tengono alto l’onore della nazione a dispetto di impianti spesso obsoleti, strutture scadenti e progettualità rivedibile.

Abbiamo il potenziale per installarci stabilmente tra le prime 5/6 nazioni del medagliere sia alle Olimpiadi estive sia in quelle invernali: non sfruttarlo sarebbe un delitto.

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