Tocca alla Lega vivere il risveglio più amaro di questa crisi di governo.
Contro il governo Monti «ci rifacciamo la verginità», è scappato detto a Umberto Bossi. Una metafora che si presta a fin troppo facili controdeduzioni. Perché quella metafora riconosce la perdita dell´innocenza; e il rimpianto in politica è sinonimo d´impotenza. Benché ostenti sollievo, l´uscita dal governo nazionale rappresenta per la Lega una grave sconfitta; difficilmente rimediabile asserragliandosi nelle tre grandi regioni del Nord. Rifarsi una verginità non è dato in natura. E neanche in politica.
Proprio sicuri?
L’imeneplastica o ricostruzione dell'imene è un intervento sempre più richiesto. Le ragioni sono diverse, il fine unico: riacquistare la verginità perduta. Ci sono donne che vogliono riprovare la stessa emozione della prima volta, con il conseguente sanguinamento, o perché è stata un’ esperienza indimenticabile o perché vissuta con la persona sbagliata. Ci sono donne che vorrebbero accontentare il loro partner col quale rivivere quella prima vota e altre ancora che riprendersi la propria verginità significa essere di nuovo donna. Insomma, per ragioni culturali o religiose, di principio o emozionali, l’imeneplastica sta diventando ormai un intervento frequente e di tendenza soprattutto negli Stati Uniti. In generale l’intervento di riparazione dell’imene è inosservabile e le donne che lo hanno già sperimentato dichiarano di essere molto soddisfatte. Come qualunque intervento, prima di sottoporvisi occorre una consultazione pre-chirurgica e un’approfondita visita ginecologica. Le pazienti vengono informate preventivamente di ogni rischio e vantaggio e l’operazione può essere eseguita anche in concomitanza con altri interventi come quello di riduzione delle piccole labbra e clitorideo. L’imeneplastica viene eseguita in anestesia locale, in tempi molto brevi e generalmente senza grossi fastidi. Dopo l’intervento occorre astenersi da rapporti, tamponi e lavande per sei settimane.