46. Insabbiamenti

Creato il 30 ottobre 2010 da Fabry2010

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Quello che succede nella Centraal Station, dopo lo scatenarsi del boato, non sarà oggetto di alcuna descrizione, perché si dovrebbe passare al genere romanzo dell’orrore. In sintesi, una scavatrice penetra nell’antro e distrugge quanto gli capita a tiro, preceduta da un fascio di luce che abbaglia senza dare scampo. I cammelli sono travolti dalla furia, mentre insistono a biascicare le loro frasi incomprensibili. Geenna, tentando di proteggerli, è sollevato in alto e ricade a corpo morto con la testa su uno zoccolo, naturalmente duro. Le sue ultime parole, impastate e smozzicate come quelle dei compagni ruminanti, ricordano una formula litanica: yallee, yallee; provengono forse da un antico linguaggio dromedario. La bottega di scrittura attende per anni il suo ritorno, finché tutti si convincono che il collega docente debba considerarsi trapassato; Giulio da Padova pronuncia un’orazione che si classifica seconda al concorso Funere mersit acerbo per il migliore coccodrillo. La memoria di Geenna diventa un culto, una nuova religione, e come motto fondante assume il detto: è più facile che un cammello esca dalla Centraal Station che chiuda la Bottega di scrittura. Nel frattempo, scoperto il luogo del delitto, s’indaga su chi possa aver compiuto un’azione così inqualificabile. Si convocano i migliori giallisti del momento, ma non cavano un ragno dal buco. S’ingaggia il re del thriller religioso, Padre Brown, che, calatosi nell’antro devastato, scova tra gli oggetti di ogni tipo un certificato di cui decifra il titolo di testa e quello di coda: Codice Stravinci. Ricco Barocco. Alla fine di un processo logorante, la scuola di scrittura viene assolta per insufficienza di prove (curiosamente, perché le prove scritte sono la sua specialità). Si insabbia tutto, anche i cammelli, che ritornano così nel loro ambiente naturale.



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