48. L’orto

Creato il 18 giugno 2011 da Fabry2010

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La terra è secca; Yehochoua prende nelle mani alcuni sassolini, li gira e rigira, li accarezza, pensa alle creature del mondo, al punto in cui tutto era compresso ed è esploso in un ventaglio di colori, quando ogni cosa insegue il suo destino, facendosi largo tra possibilità infinite, di forma e spessore, di bene e male, di slancio o di aggressione, l’entusiasmo dell’infanzia, le delusioni inaspettate, l’innamoramento, dove sei andata Magdalenne? quando apprendi che la vita è comprometterti, non lasciarti mettere a tacere, fai il fighetto, ma ti faremo a pezzi, Yehochoua, il senso è scendere e cercare l’acqua tra le rocce, rischiando di perderti, Yoh’anan!, gli premono il petto per fermare il sangue, Nathane, lo vedi che è finita? il mercatino è pieno di tappeti, di posters, Visit Palestine, la benda stretta, il sangue non si ferma, non vi arrendete, la morte non è l’ultima parola, l’erba cresce a ciuffi, vicino a fiori viola che sembrano una chiazza di cielo caduta sulla terra, con nuvole che tracciano disegni sempre nuovi, un uccello che vola, un giovane che corre, un cinghiale che fugge dal fucile, Yehochoua! gli occhi di Shlomstione sono vetro che brilla come foglie di ulivo, lo vedi a cosa porta il tuo messaggio? i tronchi degli alberi si attorcigliano, si piegano, come il ragazzo colpito tra le rocce e l’acqua, la camicia insanguinata, le grida e le bestemmie, c’è qualcosa che esplode in ogni caso, per formare l’universo o per distruggerlo, squarciando la pelle, andando dritto al cuore, sei un’illuso, convinciti che il mondo è un’altra cosa, non c’è spazio per quelli come te, le chiome degli ulivi sono verde e argento, una nuvola disegna sfumature, lampi di luce, come l’acqua increspata dove l’eco liquida ha lo stesso accento di Shlomstione, una voce che ti coglie impreparato, accarezzami, abbandonati all’istinto, è tutto semplice, Yehochoua, il sentiero di sassi si allunga fino all’orizzonte, dove il cielo e gli alberi sono un’unica macchia di colore, un punto in cui ogni cosa si concentra, l’origine e la fine, Padre, aiutami, i seni sodi, il ventre piatto ha il profumo dell’erba quando stilla la rugiada del mattino, Padre, passi da me questo momento, poco oltre la ringhiera c’è un muro beige che chiude l’orto degli ulivi, tutto intorno.



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