La televisione non è ancora entrata nelle case, ma la RAI sta facendo degli esperimenti e il big match di Torino sarà il primo ad essere teletrasmesso per i pochi che possiedono un apparecchio televisivo in Torino e dintorni. La voce sarà quella di Carlo Bacarelli, che curerà anche una sintesi per il Cinegiornale. Il clima non aiuta certo le già pionieristiche riprese: pioggia, nebbia e fango a rendere le immagini ancor più sbiadite. L’avvio è di marca juventina: i padroni di casa sfiorano ripetutamente il vantaggio, colpiscono un “palo galeotto” con Parola (quello della rovesciata delle figurine Panini per intenderci) e poi passano grazie a un gol del danese Hansen al 12’. E qui inizia l’inimmaginabile: la squadra che ha dominato fino a quel momento il campionato e che ha il vantaggio di giocare di fronte al proprio pubblico, subirà una sconfitta a dir poco umiliante. Il pareggio di Nordahl arriva dopo appena 3’, ma è tra il 23’ e il 26’ che i rossoneri si scatenano, mettendo a segno tre reti in altrettanti minuti. Prima Gren con un potente sinistro fa 1-2, poi Liedholm di destro porta a 3 i gol per la sua squadra, infine Nordahl indisturbato a centro area sigla il poker. Il nervosismo nelle file delle zebre è tale che al 41′ Parola, di solito correttissimo, si fa espellere per un calcione all’inarrestabile Nordahl. Il capitano juventino si scusa col pompierone svedese ed esce dal campo quasi senza aspettare la decisione dell’arbitro.
La ripresa è un’agonia per i padroni di casa. Il Milan va a segno altre tre volte: al 49′ la terza marcatura di Nordahl che diventerà capocannoniere con ben 35 reti; poi le ali Burini al 70’ e Candiani a sei minuti dal termine portano il risultato sull’ 1-7 che ancor oggi è il successo più largo del Milan in casa della Juventus. Lo scudetto a fine stagione sarà in ogni caso cucito sulle casacche bianconere, ma in quella lontana domenica di febbraio, parafrasando la chiosa di Bacarelli, Milán, l’è stato un grand Milán.
roberto
al suo primo articolo