5 febbraio 2014. Inizia la stagione del Conservatorio di Palermo

Creato il 04 febbraio 2014 da Thefreak @TheFreak_ITA

Il Conservatorio di Palermo e i giovani talenti: una scommessa vincente

Domani, mercoledì 5 febbraio alle ore 21,15 al Teatro Golden sarà inaugurata la stagione concertistica 2014 del Conservatorio di Palermo, con un concerto che mostra un apprezzabile movimento dell’istituzione nei confronti dei giovani e talentuosi compositori contemporanei. L’Orchestra Sinfonica “Vincenzo Bellini” del Conservatorio di Palermo, diretta da Carmelo Caruso, eseguirà un concerto con Giuseppe Ricotta al pianoforte e Ruggiero Mascellino alla fisarmonica. Il programma si apre nel segno del grande repertorio russo, con Una notte sul Monte Calvo di Modest Musorgskij nell’orchestrazione di Nikolaj Rimskij-Korsakov e l’Ouverture-fantasia Romeo e Giulietta di Pëtr Il’ic Čajkovskij, accostati alle composizioni di due dei più brillanti allievi dell’istituto: Giovanni Di Giandomenico con il suo Concerto per fisarmonica ed orchestra e lo stesso Giuseppe Ricotta con la sua Overture Viaggio Lunare. Giovanni Di Giandomenico, ventenne, è in dirittura d’arrivo al conseguimento del diploma in direzione d’orchestra (col M° C. Caruso), dopo i brillanti diplomi in composizione (col M° M. Betta) e in pianoforte (con la Prof. M. G. Mangione). L’anno scorso è stato ammesso al Corso di Perfezionamento Musicale in Composizione (col M° I. Fedele) presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Così si è formato questo gioioso tipetto, uno in grado di affrontare con disarmante naturalezza il rapporto con le tradizioni musicali – da Perotinus ai Pink Floyd a Bach, passando per Debussy, Maderna, Sciarrino o i Sex Pistols – armato di visionarietà da romanziere novecentesco, rigore da fine contrappuntista rinascimentale e purissima energia punk.

Oggi è uno degli artisti di punta della innovativa factory musicale siciliana Almendra Music, con un primo album omonimo uscito a maggio 2013 e altre produzioni in corso tra tradizione classica, ambient, hip-hop, post-rock ed elettronica. In occasione dell’inaugurazione della stagione concertistica 2014 del Conservatorio, verrà eseguito il suo Concerto per fisarmonica e orchestra, una composizione legata alla storia di una giovane musicista, al suo rapporto con il passato, la fioritura di una sua nuova identità, intravista e subito implosa. Il concerto ha un carattere molto teatrale, con l’orchestrazione e la forma gestite in modo tale da associare ad ogni strumento o gruppo un’immagine interna del compositore che avesse a che fare con la propria esperienza, nella vita e nella musica, della protagonista sottintesa. La fisarmonica inizia da sola il concerto, suonando nell’incipit una melodia che è un misto di una nenia nordica e un canto popolare siciliano; a poco a poco gli altri strumenti dell’orchestra iniziano a entrare, accumulando sempre più suono fino a un punto in cui, alla fine del primo tempo, questa accumulazione “divora” il suono della fisarmonica, ne ingloba il canto, omologandolo a un mostruoso suono-massa; lei viene quindi sopraffatta, fin da dentro il suo canto, dalle compatte ideologie di masse informi e violente, e la sua voce, il suono dello strumento solista c’è ma è inutile, vinto, omologato, quasi impercettibile. Il concerto si chiude così, col trionfo delle circostanze sull’iniziale canto nuovo del solista. Secondo e terzo movimento, previsti in una prima stesura del programma, sono ancora in attesa di essere composti, quando le circostanze e la storia che ispira il concerto dovessero evolversi diversamente. E la fioritura di nuovi germogli e viva identità? Chi compone musica trasforma la vita e le emozioni in note, e in questo caso il Concerto, a dispetto della forma classica inizialmente pensata dal giovane compositore, finisce necessariamente e dolorosamente con una inaspettata implosione, che giustifica così anche il cambio di direzione rispetto all’originale e classico programma in tre movimenti. A chi ascolta resta un solo movimento dalla forza espressiva sconcertante, in assoluta coerenza con le immagini che il vissuto di cui il Concerto si fa rappresentazione gli fanno vedere. L’orchestra si mangia così la fisarmonica, i mostri vincono e lei è muta, o meglio urla, ma il suo grido, in confronto alla forza dei mostri che dal suo stesso suono sono fuoriusciti, non può più nulla.

Giuseppe Ricotta, pianista, compositore, saxofonista, si diploma in pianoforte nel 2010 sotto la guida della professoressa Enza Vernuccio e nel 2012 si laurea in composizione con il massimo dei voti sotto la guida del maestro Marco Betta al conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo.

 Attualmente frequenta il biennio di didattica della musica presso lo stesso istituto. Nel 2011 risulta vincitore della borsa di studio del corso di perfezionamento musicale in “Composizione di musica per film” presso l’Accademia Musicale Chigiana con il Maestro Luis Bacalov.
 Nel 2012 firma la colonna sonora della fiction in tre puntate I 7 peccati di Paolo Brancati, andata in onda su Sky.
 Senza il timore di risultare “old style”, Giuseppe racconta come il tema di Ouverture-Viaggio Lunare scaturisca dalle emozioni che solo l’amore può dare, e così, nella sua personale visione, la meta del “Viaggio lunare” è la sua compagna di vita, Luna, ma anche una musica che possa evocare in maniera più descrittiva un vero e proprio viaggio sulla luna che ogni ascoltatore può raggiungere o amare, metafora ed evocazione del proprio sentimento. Lo stile fa riferimento in parte alla musica per film, soprattutto dell’epoca d’oro di Hollywood, ma non mancano le influenze della nostra cultura classica e della musica popolare siciliana. Particolare ruolo ha il pianoforte concertante, a tratti solista, che nella regione acuta si contrappone al paesaggio lunare dell’orchestra, disegnando con l’abbraccio orchestrale un contrappunto di stelle. Il carattere deciso e la densità della scrittura orchestrale, unita alla chiarezza della condotta melodica e di una forma condotta su un principio di variazione armonica e ritmico semplice e mai semplicistico determinano la forte immediatezza di questa Overture amorosa. Il finale, poggiato su un pedale di tonica, ripresenta il tema di Luna man mano più rarefatto, insieme all’orchestrazione che lo accompagna, fino alla sua diffusione nell’oscurità luminosa dell’universo.

Redazione the Freak


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