5 Gennaio – I soliti ignoti

Creato il 06 gennaio 2014 da Drkino

Le vacanze natalizie stanno per terminare. In attesa della Befana ero alla ricerca di un film di qualità, datato e che mi facesse ridere. Quale occasione migliore per recuperare un cult italiano? I soliti ignoti è una commedia del 1958, diretta dal grande regista Mario Monicelli, da molti critici considerato il film capostipite della commedia all'italiana. Il motivo sta nell'abbandono delle situazioni legate all'Avanspettacolo e la decisione di affidare la storia a protagonisti protagonisti con problematiche più comuni, una eredità presa dal Neorealismo che predilige la quotidianeità e gli scenari cittadini. In particolare questo film è considerato uno dei primi caper movie in salsa parodica. Come affermava Monicelli ,l'idea de I soliti ignoti nacque come parodia di alcuni film di ganagster americani e certi noir francesi, in particolare per sbeffeggiare Rififi, film del 1955 diretto da Jules Dassin in cui una banda di quattro criminali professionisti intraprende un colpo perfetto che però fallisce. Inizialmente il film come disse Monicelli doveva chiamarsi Rifufu. La sceneggiatura fu firmata tra gli altri da Age e Scarpelli

I soliti ignoti racconta infatti il colpo di una banda di ladruncoli da quattro soldi che organizza "scientificamente" il piano per svaligiare un piccolo banco di pegni tra mille peripezie e cialtronerie. Il segreto della riuscita di questo film fu di sicuro legato al cast. Monicelli decise di non affidare la storia a dei protagonisti macchiette proprio perchè la comicità farsesca era volutamente messa da parte per far spazio a personaggi con una storia; per questo motivo vennero scelti attori che provenivano da esperienze teatrali e cinematografiche legate al dramma, a partire da Vittorio Gassman, che per la prima volta si cimenta in un ruolo comico e sulla cui scelta i produttori erano contrari, passando da Marcello Mastroianni, oltre a Renato Salvatori, Tiberio Murgia, Carlo Pisacane, Memmo Carotenuto e Totò celebri volti del comico italiano. Infatti per quest'ultimo fu stabilita una performance volutamente sottotono, meno istrionica e più pulita. 

A quasi 70 anni di distanza il film è attualissimo, data l'alto tasso di disoccupazione giovanile ci si può ancora immedesimare in quei caratteri, sognando di poter risolvere con un colpo perfetto tutta la vita. Una comicità che non muore mai e il cui segreto è racchiuso nella scena finale, quando Vittorio Gassman viene casualmente preso a lavorare in un cantiere cittadino. Giustamente il personaggio di Capannelle, dopo esser stato buttato fuori dal cantiere perchè troppo vecchio dice incredulo tra sè "Ma vedi un po' dove sono capitato, tra i lavoratori" e nel vedere l'amico trascinato da uno stuolo di giovani volenterosi gli grida preoccupato "Beppe ma ti fanno lavorare sai???".

Curiosità: per la prima volta in una commedia muore un personaggio protagonista, portando in scena la morte tragica.

Scena cult: La banda sulla terrazza a imparare ad aprire una cassaforte e Totò, alias Dante Cruciani, che illustra le tipologie di mezzi con i quali scassinarla.

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