Perdono. Voce del verbo perdonare: “Non tenere in considerazione il male ricevuto da altri, rinunciando a propositi di vendetta, alla punizione, a qualsiasi possibile rivalsa, e annullando in sé ogni risentimento verso l’autore dell’offesa o del danno” dice la Treccani. “Eh già, dopo quello che mi ha fatto dovrei pure perdonarlo? Figurati…non sono mica matto” dice il nostro orgoglio. Si, perché non credete di essere mica voi a parlare. E’ lui: antipatico e vendicativo come pochi. E allora, piuttosto che perdonare vi fate guidare da lui come in un gioco di ruoli dei più malsani.
Provate a cambiare prospettiva: siete stati feriti e perdonate semplicemente perché siete forti. Mmmmh, forse anche qui avreste una contestazione: “a furia di essere sempre il più forte e il più intelligente vengo sempre fregato. Passo per il buono a cui si può fare tutto!”. In realtà dimostrate una grande consapevolezza di voi stessi e, se vogliamo, dimostrate di essere talmente superiori da non cadere nella tentazione di dare troppa importanza a gesti e persone che non ne hanno. Cosi va meglio? Riuscite a farlo vostro?
Ok, manca ancora qualcosa. Facciamo cosi, vi segnalo 5 buoni motivi per perdonare e allontanare il risentimento.
- 1. Perdonare è un atto di forza. Non la vedete cosi, vero? Per voi perdonare è un atto di debolezza. Vuol dire fare il “buono” e farla passare liscia a chi vi ha offeso. In realtà la forza che occorre per lasciare andare il risentimento è molto di più di quella necessaria per colpire chi vi ha colpiti. Il solo fatto che si faccia fatica a perdonare dimostra quanto serva essere forti e consapevoli.
- 2. Abbiamo tutti il potere di perdonare. Tutti riceviamo dei torti nel corso della nostra vita. Sono successi anche a me ed ero tra coloro che riteneva fosse giusto ripagare con la stessa medaglia. Fino a che ho compreso che
la mia felicità è più importante del risentimento verso qualcuno (Click to Tweet!)
Tutti abbiamo il potere di perdonare. E’ che, spesso, non vogliamo farlo. Allora serve guardarsi dentro e trovare la motivazione giusta . Una potrebbe essere quella del prossimo punto.
- 3. Perdonare è un dono che facciamo a noi stessi. E un dono non si rifiuta mai, aggiungerei. Ipotizziamo: avete ricevuto un torto da un amico e per giorni e giorni vi crogiolate ragionando sui motivi e chiedendovi “perché l’ha fatto dopo tutti questi anni di amicizia?” “Con tutto quello che ho fatto per lui”. E poi vi dite “Io non lo merito affatto”. Questo è il punto. Siete consapevoli di non meritare un simile torto e quindi lasciate che questo non logori ulteriormente la vostra vita. Il pensarci per giorni, cercare un modo per ripagare chi vi ha ferito, trascorrere notti insonni a chiedervi perché non fa altro che dare ancora più spazio a quel torto che ritenete di non meritare. Per essere felici bisogna lasciare andare e tornare alla propria vita. Perdonare è un dono che facciamo a noi stessi. E’ un potere che appartiene a tutti ma che solo chi è forte riesce a fare proprio.
- 4. Perdonare dona la pace della mente. Continuare a vivere nel risentimento vi porta via energie importanti per la vostra vita. Provate a ricordare: quando siete arrabbiati con qualcuno passate le giornate a pensarci, “non ho la testa” vi ripetete. La mente è tutto: questo splendido universo che vive dentro di noi è il luogo dove avvengono i cambiamenti, dove cambia la prospettiva, dove si gode la felicità. Se la sporcate con il risentimento e la rabbia non fate altro che rovinare la vostra dimensione di pace. Ricordate – e ripetete a voi stessi come affermazione positiva – la pace della mente avviene quando si lasciano andare rimorsi e risentimenti.
-
5. Quando si perdona si vive pienamente e felicemente. Abbiamo tutti una scelta nella vita: vivere felici e con il sorriso o tristi e con rabbia. Guardatevi dentro e scegliete cosa volete. Sono sicurissima che la vostra scelta cade su una vita piena di felicità autentica e continua. Quindi arriviamo al punto focale:
per essere felici bisogna lasciare andare quel che non ci serve. Il risentimento e la rabbia non servono (Clik to Tweet!)
Vi dico un’ultima cosa. L’orgoglio rappresenta l’incapacità di ricevere critiche e umiliazioni da parte di altri. Questo è ciò che ci fa reagire. Ma vi chiedo: chi vi ha ferito è cosi importante da mettere in dubbio il vostro valore e la vostra autostima? E’ logico lasciare in mano di altri la definizione del vostro sé? Cosa risponderei io? “No, nessuno dovrebbe avere questo potere”.