Proseguiamo verso il Bernardini, con il potenziamento dell’attuale spiaggia e del suo accesso, con la creazione già in previsione da questa amministrazione, del parcheggio sovrastante con belvedere. Il centro storico assume un’importanza strategica, Palazzo Appiani potrebbe assumere una destinazione alberghiera, che riteniamo possibile solo interessando anche entrambi i complessi adiacenti, Centro Velico, con destinazione balneare, Marina per la piccola nautica, il piazzale d’alaggio a servizio del campo boe estivo ricavato all’interno della scogliera a protezione della falesia e dello stesso piazzale. Questo descritto, diverrebbe un unico sistema produttivo che rilancerebbe l’intero centro storico in termini di decoro urbano, incremento del commercio e qualificazione del suo tessuto sociale. Dal piazzale d’alaggio si potrebbero costruire camminatoi costieri che si collegherebbero al porto di Salivoli. Nelle aree a mare del Convento dei Frati, per capirsi il campino di calcio e la pineta adiacente, dopo esproprio da parte del Comune, si potrebbe ricavare un’ulteriore struttura ricettiva, che dominerebbe quel lato di costa, gli accessi alle spiagge sarebbero ripristinati e le attuali piattaforme dopo un ripristino con tavolati potrebbero essere date in concessione alla struttura. Troviamo l’attuale resort di via Amendola e successivamente quello dell’Esperia. Subito dopo con un pennello partirebbe il raddoppio dell’approdo di Salivoli, dare un senso all’ attuale approdo di Salivoli, che oggi non ha, significa non solo risolvere tutte le problematicità presenti, dagli scarichi del fosso a quello delle alghe, che hanno trasformato quello che resta della spiaggia in una realtà balneare improponibile; ma siamo altresì convinti di avere le soluzioni giuste per risolvere queste criticità, attraverso i vari usi delle nuove banchine: come la realizzazione di una piscina olimpionica d’acqua salata con lastrici solari e strutture ludiche, che possono ritenersi alternativa allo stabilimento balneare e alla balneazione in generale, oppure la delocalizzazione dell'attuale ristorante anch'esso sulle nuove banchine, può risultare migliorativa. Siamo anche convinti che la destinazione residenziale delle attuali cabine balneari possa risultare un’adeguata soluzione.
Un altro urgente intervento deve essere la sistemazione della strada che collega Calamoresca a Spiaggia Lunga con chiosco nell’area attigua e navetta elettrica di collegamento.
Se i cittadini della Val di Cornia avranno la forza di guardare al mare, e le sue potenzialità inespresse e vorranno sostenere questo tipo di variante, principalmente il progetto per l'ampliamento dell'approdo di Salivoli per classificarlo definitivamente “Porto Turistico”, avranno colto l'opportunità per consolidare le falesie che stanno franando, per rilanciare l'economia della città e in particolare il ramo immobiliare, e per rilanciare l'impresa edile ma, principalmente, avranno colto l'occasione per fare del nostro promontorio un polo della nautica più importante d'Italia, posto al centro dell'Arcipelago Toscano.
Con l'adozione della strumentazione urbanistica di ultima generazione si è pensato che il dibattito sul dove e sul come fosse concluso, e che l'orientamento dell'amministrazione Anselmi verso l'ambito di Poggio Batteria e quello della Chiusa rappresentassero la soluzione ideale dove realizzare tutta la filiera nautica. Noi al contrario riteniamo che, fermo restando la previsione del porto turistico di elevate dimensioni previsto sotto Poggio Batteria, per il quale non vediamo motivo di opposizione, tutto il resto che è rappresentato dalle esigenze locali più importanti come l'approdo di piccole e medie dimensioni per i residenti, con spazi riservati anche alla flotta peschereccia e al mercato ittico che, insieme alle aree per la cantieristica rappresenterebbero il vero cuore della filiera nautica, non troveranno mai soluzione nelle aree della Chiusa di Pontedoro, che oltre ad essere prive di valide infrastrutture viarie e limitate ai fini di una possibile espansione della cantieristica, sono anche gravate da costosissimi interventi di bonifica.
Nel ritenere quindi che questo tipo di infrastrutture e tutti i mestieri del mare siano la vera vocazione di questo territorio, e che rappresentino anche il futuro economico dell'intero comprensorio, e che sia ormai imprescindibile porre rimedio alla politica pasticciata adottata fino ad oggi dalle varie amministrazioni verso questi temi; in relazione anche alle criticità sopramenzionate, proponiamo la delocalizzazione delle previsioni relative all'ambito della Chiusa di Pontedoro verso siti più idonei e più praticabili, come ad esempio quelle aree poste fra il Fiume Cornia e la Centrale ENEL che, oltre ad essere esterne al perimetro dei Siti di Interesse Nazionale e quindi non gravate dalle bonifiche, rappresentano per la loro morfologia il sito ideale dove sviluppare le suddette previsioni e, in particole, quelle relative alla cantieristica che necessita di vaste aree pianeggianti con accesso al mare.
La realizzazione di quanto sopra siamo certi che rappresenterà uno dei motori principali dello sviluppo economico di questo territorio e, nello stesso tempo, con la realizzazione di buoni approdi per la flotta peschereccia ed il relativo mercato ittico, servirà da volano per l'insediamento dell'industria conserviera del pescato, invertendo l'attuale sistema che, in mancanza di tali attività in loco, punta solo sulla commercializzazione e l'esportazione del prodotto