5 Stelle: come conciliare l’anima reazionaria con quella progressista?

Creato il 06 novembre 2013 da Laperonza

Credo che il problema principale del Movimento 5 Stelle sia la massiccia presenza nella base del movimento di personaggi provenienti ideologicamente e culturalmente a quella destra bieca e ottusa che, fino a ieri, ha affollato l’elettorato dei vari partiti neofascisti o inquadrabili come tali, come la Lega o Fiamma Tricolore. Taluni sono tanto ottusi da non rendersi conto dell’essere fascisti, ma promulgano a spada tratta idee e concetti che poco hanno a che vedere con un movimento che, per come credo la vedano molti attivisti progressisti, dovrebbe incarnare il nuovo e non il desiderio di restaurazione dell’uomo forte.

Nella foto uno dei posto che circolano in ambiente vicino al M5S a presunta difesa del "suolo natio"

Questa presenza pesante non sfugge alla leadership che, ad esempio nel caso delle dichiarazioni sulla Bossi-Fini, tenta di mediare maldestramente tra l’anima progressista e quella reazionaria. In un movimento di rottura, denuncia, protesta è normale che si assommino concetti politici distanti accomunati dallo schifo per la situazione politica generale. Ciononostante una realtà che si candida al governo del Paese deve fare chiarezza e capire da che parte va. E non contano le ormai trite convinzioni circa il tramonto delle vecchie ideologie. Esse sono sì tramontate ma l’animo umano ha nature distinte, e se un uomo è reazionario (senza chiamarlo fascista) mal si concilia con l’animo di un uomo disposto al progresso sociale. Come conciliarli in un movimento che, dovesse governare, dovrebbe assumere decisioni che potrebbero portare, anzi, porteranno senz’altro in conflitto queste due anime estremamente distanti?

Luca Craia


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