«Chi scrive è Luigi Bonaventura, oggi collaboratore di giustizia. Scrivo in merito alla polemica andatasi a creare a seguito di mia intervista lanciata su ByoBlu blog gestito da Claudio Messora. Talvolta capita che si venga strumentalizzati. Con questa mia intendo palesare la contrarietà a seguito delle affermazioni diffuse via social network da Claudio Messara, titolare di Byoblu ma anche e sopratutto comunicatore del Movimento 5 Stelle. Ripercorrendo il fatto a ritroso, per dovere di informazione sento il dovere, morale e civile, di chiedere al signor Messora una smentita.
Perchè?
Non ho mai dichiarato che l’ndrangheta volesse colpire il Movimento 5 Stelle, non lo ho mai detto e nemmeno pensato. Di questo ne ho oggi la riprova. Proprio qualche ora fa è uscita su L’Espresso la dichiarazione del giornalista che mi ha intervistato che così recita infatti “all’Espresso Valentini si limita a commentare che “il lancio fatto da Messora è stato forse troppo affrettato e, d’altra parte, le redazioni lo hanno riportato senza leggere il contenuto dell’intervista, limitandosi alla sintesi imprecisa. Di certo Bonaventura non ha fatto riferimento al M5S”. Un corto circuito informativo caduto nel pieno di una crisi del movimento. “
A maggio sono stato contattato per una intervista, rilasciata tramite videochat ad un collaboratore di Byoblu, una intervista non strettamente centrata sui fatti accaduti a Palazzo Chigi ma ho parlato della mia vita da pentito, delle motivazioni che mi hanno portato, anni addietro a scegliere di abbracciare la collaborazione con la Giustizia ed anche delle falle del sistema di protezione. In buona fede mai avrei pensato di essere travisato in questo: è palese, le dichiarazioni, peraltro verosimilmente visionabili sul Byoblu non lasciano intendere nulla di quello che viene invece diramato dal Messora.
Così si legge nelle maggiori agenzie stampa: ”Secondo le rivelazioni rilasciate in esclusiva per Byoblu.com dal collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, Preiti avrebbe sparato chiaramente per ordine della ‘ndrangheta, per danneggiare il Movimento 5 Stelle o addirittura per cercare di aprire una trattativa”. Vorrei chiedere al Messora se e dove legge queste mie affermazioni, forse si tratta di sue deduzioni e suoi pensieri che comunque sono a mio danno. Stamane poi la vicenda prende una ulteriore piega, non troppo veritiera, secondo quanto diffuso da alcune testate Messora avrebbe dichiarato «È errato attribuire a me le dichiarazioni di Bonaventura, che si assume la responsabilità della sua analisi. Il mio blog non è un canale ufficiale del MoVimento».
Ma dove, come e quando sostengo ed affermo che le consorterie calabresi volessero attaccare il Movimento 5Stelle?
Personalmente detengo copia della video intervista rilasciata a Valentini dove è chiaro ed evidente che non ho mai parlato su un presunto attentato ordito dall’ndrine calabresi contro il Movimento il cui massimo rappresentante è Grillo.
Sin dal primo giorno, quando mi è stata data la possibilità di rilasciare dichiarazioni in merito, ho sempre sostenuto la mia chiave di lettura, “un attacco allo Stato” un “voler segnalare la forza”.
Con questa mia intendo chiedere al signor Messora una smentita sulle affermazioni, a suo dire, facenti parte di una mia intervista anche e sopratutto perché ritengo di essere stato leso.
Per correttezza di informazione comunico anche che ho dato ai miei legali, l’avvocato Ruggiero Romanazzi e l’avvocato Giulio Calabretta di studiare la vicenda e, qualora lo ravvedessero, di procedere con una querela contro il signor Messora. Quel che mi lascia perplesso è perché di una intervista dove il focus principale era la situazione che io e la mia famiglia viviamo “protetti” in località “segreta” sotto un sistema di protezione che ha molte falle, sia stata utilizzata ad uso e consumo di un blogger che con un intento che non riesco a capire “getta fango” sulla mia credibilità utilizzando me ed il movimento politico M5S a sua discrezione.
L’atto di Preiti resta per me un grave attacco allo Stato, chiunque fosse l’obiettivo il dato di fatto è che gli uomini feriti sono stati dei lavoratori delle forze dell’ordine».