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5 x mille 2013: guida per le organizzazioni accreditate e per i contribuenti

Creato il 12 aprile 2013 da David Incamicia @FuoriOndaBlog

5 x mille 2013: guida per le organizzazioni accreditate e per i contribuenti Puntuale come ogni anno torna il 5 per mille, una importante possibilità di sostenere il terzo settore a costo zero il cui successo non conosce ostacoli sia tra i contribuenti, sia tra le organizzazioni beneficiarie. Ciononostante, il 5 per mille non è però ancora entrato a far parte del sistema legislativo italiano e deve la propria continuità alle leggi di bilancio; per questo le norme e le procedure che lo riguardano devono essere in molti casi replicate anno per anno, mettendo a dura prova la pazienza e la perizia di cittadini e associazioni. Per sostenere questo sforzo e offrire anche un aiuto in più a coloro che dovessero per la prima volta avvicinarsi allo strumento, il sito Vita.it propone una guida sintetica ma completa, curata da Gabriella Meroni, dove è possibile trovare tutto quello che c'è da sapere per consentire ai cittadini attenti al sociale di fare una scelta consapevole, oltre a ogni utile informazione operativa per le organizzazioni titolate a ricevere una quota del 5 per mille. Buona lettura.
COS’È IL 5 X MILLE Il 5 per mille è una misura di sussidiarietà fiscale introdotta per la prima volta nella Legge Finanziaria per il 2006. Si tratta ancora, formalmente, di una misura «provvisoria e sperimentale», che prevede per i contribuenti (solo persone fisiche, non aziende) la possibilità di destinare il 5 per mille dell’Irpef scegliendo tra onlus, associazioni di promozione sociali, associazioni riconosciute, enti dediti alla ricerca scientifica e alla sanità, università, servizi sociali dei Comuni.
Dal 2012 sono entrati nel novero dei beneficiari anche gli enti che si occupano di tutela dei beni culturali. Fin dalla prima edizione il 5 per mille ha un grande successo, con un’adesione dei contribuenti superiore a ogni aspettativa: circa il 60% dei contribuenti approfitta ogni anno di questa misura di democrazia fiscale che permette la devoluzione di una somma oscillante tra i 320 e i 380 milioni di euro l'anno.
NORMATIVA La legge Finanziaria, cui è demandato il compito di rinnovare la possibilità di versare il 5 per mille anno per anno, si limita a indicare appunto questa opportunità e ad elencare i soggetti che possono beneficiare del 5 per mille. La legge di bilancio demanda poi all'Agenzia delle Entrate il compito, più di tipo amministrativo, di definire con apposite circolari le specifiche tecniche riservate agli enti che possono e vogliono concorrere alla ripartizione delle somme.
Per il 2012 i riferimenti normativi sono la Legge di Bilancio per il 2013 per la parte di normativa generale, e ancora il Dpcm del 23/04/2010 per quanto riguarda le tipologie di enti ammessi, ai quali si sono aggiunti dall'anno scorso gli enti che realizzano attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici (Dl n. 98 del 6/7/2011, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 111 del 15/07/2011).
COME SI VERSA Nei Modelli per la dichiarazioni dei redditi al 5 per mille è dedicato uno speciale spazio, suddiviso in più riquadri, in cui firmare e indicare il codice fiscale, composto da 11 cifre, dell'ente prescelto. Occorre prestare attenzione alla tipologia in cui rientra l'organizzazione beneficiaria, perché è indispensabile inserire il codice fiscale nel riquadro corretto: esistono infatti le onlus, gli enti della ricerca scientifica, quelli della ricerca sanitaria, le associazioni sportive, i servizi sociali dei Comuni e le attività culturali.
È anche possibile firmare genericamente in uno dei riquadri senza indicare alcun codice fiscale: in questo caso si appone una firma (solo in un settore) e si consegna il modulo al proprio datore di lavoro o all’intermediario per la trasmissione telematica, e l’importo del 5 per mille sarà ripartito fra tutte le organizzazioni del settore. Nel secondo caso si può riportare, oltre alla firma, anche il codice fiscale dell’ente nel settore di elezione, tranne il caso di scelta delle attività sociali dei Comuni e della tutela dei beni culturali, la cui ripartizione spetta a Miur. Con il codice fiscale il proprio 5 per mille viene destinato esattamente all’ente prescelto.
COME SI SCEGLIE Il meccanismo del 5 per mille ha introdotto una forma di democrazia fiscale fondata sulla libertà di scelta dei contribuenti: la spesa efficiente è stata premiata, e quella inefficiente tagliata in base a decisioni assunte dal basso; dai cittadini prima che dalla politica. Per esprimere un’adesione convinta e responsabile e scegliere consapevolmente una specifica destinazione è bene essersi informati sull'attività dell'ente, verificarne serietà ed efficienza, leggere i bilanci e le relazioni economiche. Per essere certi che l'associazione che ci sta a cuore sia tra i beneficiari effettivi del 5 per mille, comunque, è sufficiente controllare sul sito dell'Agenzia delle Entrate i nominativi degli enti che hanno effettivamente richiesto il contributo per il 2013, che saranno resi pubblici in maggio (quelli del 2012 sono consultabili QUI).
Queste organizzazioni hanno dovuto superare le verifiche formali e sostanziali dell'Agenzia e quindi essere in regola con le normative; inoltre dal 2008 per i beneficiari del 5 per mille vige un obbligo di rendicontazione delle somme raccolte, quindi se l'ente è da tempo inserito negli elenchi si può anche controllarne ex post la correttezza di gestione. È bene ricordare comunque che gli enti non ammessi per motivi formali possono rientrare ripresentando la domanda o integrando la documentazione entro il 30 settembre e ottemperando a una sanzione di 258 euro.
COME VERIFICARE LA DESTINAZIONE DELLE DONAZIONI Dalla terza edizione (2008), gli enti che percepiscono i fondi dal 5 per mille devono – ad un anno di distanza dall’incasso – redigere un rendiconto sull’utilizzo delle somme. Il principio è corretto, anche se in realtà gli enti sono già obbligati a rendicontare l’utilizzo delle risorse comunque percepite. Tali rendiconti sono trasmessi alla Direzione per il volontariato del ministero delle Politiche sociali, che presenta sul proprio sito una pagina dedicata e ha tra i propri compiti quello di raccogliere i rendiconti e verificarne la correttezza in base alle Linee Guida emanate dallo stesso ministero. L’adempimento, tra l'altro, è d'obbligo per le associazioni che hanno percepito più di 20.000 euro.
Le rendicontazioni devono essere redatte e firmate dal legale rappresentante dell'associazione entro un anno dall'incasso delle somme. Gli enti che non hanno superato la quota sono comunque obbligati a produrre e conservare la documentazione presso la propria sede e presentarla qualora il Ministero ne faccia richiesta. Per gli inadempienti sono previste sanzioni.
PER APPROFONDIRE - Le pagine dedicate al 5 per mille dell’Agenzia delle Entrate - 5 per mille 2013 - Lo speciale della Ministero del Lavoro – Area sociale - La guida del contribuente


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