E' un'idea così originale che ho voluto intervistare l'autrice!
Cos'è 52+1? Quando e come è nato il progetto?
Ho scritto poesie per anni, impegnandomi a farlo con costanza e con pazienza, pubblicando a volte, sfuggendo volontariamente alla pubblicazione altre volte.
Poi alla nascita di mio figlio tutto è entrato in stallo: sembrava che ogni pensiero fosse ridirezionato alla mia "mammità", ogni astrazione impedita.
La mia visione della scrittura è fatta di un esercizio elefantino per partorire il solito topolino poetico, quindi per la sottoscritta vale la regola di scrivere tanto per buttare via tanto e sceverare il minimo rimasto.
L'unico modo per esercitarmi è darmi delle scadenze, così ho aperto un blog in cui mi do una scadenza settimanale per ogni poesia, sia essa nuova o vecchia e inedita (e rimessa a nuova vita) in modo da trovare tra le mie mani, tra un anno, una piccola raccolta che considero finita almeno in fase embrionale e che sarà il risultato di ciò che di buono ho prodotto negli ultimi 15 anni e che non è stato pubblicato altrove.
Quando/dove scrivi le tue poesie?
Tempo addietro potevo permettermi di scrivere di giorno e di notte, lasciando il tempo fluido addosso, senza darmi scadenze, senza orari. Ora riesco a perfezionare un verso ripetendolo a memoria mentre guido portando mio figlio al mare.
La maggior parte delle volte al posto di scrivere penso, recito in testa e imparo a memoria, scartando ipotesi. Solo in un secondo tempo rendo la parola visiva e la perfeziono con un po' di pazienza e un po' di dizionario dei sinonimi.
Molte volte invece semplicemente mi dimentico tutto e non arrivo a scrivere una semplice riga.
Cosa vorresti trasmettere a chi ti legge?Un attimo di sospensione da tutto.
A chi ti ispiri?Leggo (o meglio leggevo, ora sto ricominciando) moltissima poesia; quella tradotta la ammiro e la apprezzo, ma la amo in lingua originale. Quella italiana mi lascia felice immensamente perchè la sento oltre a leggerla. Tra i poeti recenti che preferisco di certo sta prima Silvia Bre, poi Gabriella Leto. Degli stranieri in lingua originale recito a memoria con passione Sylvia Plath, T.S. Eliot, Robert Frost, mentre tradotti rileggo Breton e la Szymborska (unica a farmi ridere di poesia).
Qual'è la poesia più bella che hai pubblicato?Una che si intitola "Non sono Mary Poppins", una delle poche con un titolo, che ebbi la fortuna di ascoltare recitata alcuni anni fa davanti ad un pubblico in ben due occasioni. Ci sono affezionata e la inserirò nel blog con le correzioni dovute all'età della poesia e di chi la scrive.
Ci racconti la storia dietro a uno dei tuoi 52+1 post?Una sera, una delle pochissime a cena fuori senza marito e figlio, con due amici in un bar della banlieue torinese. Raccolgo per caso una cartolina omaggio che pubblicizza una mostra con una foto di due danzatori così fluidi e morbidi che parevano ballar sull'acqua e desidero immensamente quella lievità, quel momento di interruzione silenziosa, di disconnessione delle cose, di onnipotenza sul tempo (quasi come ballare sull'acqua).
Immagine: 'fountain pen'