E cominciamo bene! Siamo solo alla seconda settimana e già sono in ritardo con la pubblicazione del 52 Week Project. . . . Mi ero infatti riproposta di postare tutti i venerdì, ma si sa . .tra il dire e il fare . .Tra l’altro, come vi avevo detto qui, il mio portatile quest’estate ha deciso di suicidarsi, per cui se non riesco a postare dall’ufficio (cosa non sempre possibile) non riesco ad aggiornare il blog. Devo assolutamente decidermi a fare questa spesuccia. Mò ci penso! Nel frattempo ecco le foto della seconda settimana:
domenica 6 gennaio ero invitata a pranzo da amici di famiglia, questo il cesto che ho portato con piccola befana annessa .
Questa invece è solo la prima parte dell’antipasto: buonissimi salumi e formaggi di produzione casereccia. Slurp! Alla faccia della dieta!
Una delle splendide orchidee che la padrona di casa riesce a far rifiorire ogni anno. Come ci riesca per me è un mistero!!!
Ed ecco qui il tradizionale brujel dell'Epifania, con il quale si "brusa la vecia" (si brucia la vecchia, anche inteso come l'anno vecchio). Il "brujel" è un antico rito popolare agricolo di inizio anno. Da quasi duemila anni, il 6 gennaio si accendono i brujei, cioè grossi falò di sterpi, legna e spini, sulle alture e colline attorno ai paesi, nelle corti, nei campi, nelle piazze principali ed in ogni contrada. La tradizione pagana vuole che il "brujel" servisse da buon auspicio per la vendemmia o per i raccolti dell'anno appena iniziato: infatti sollevando le braci con una forca, scaturivano innumerevoli scintille, ognuna delle quali rappresentava un grappolo d'uva o una spiga di frumento.