54. Lotta

Da Fabry2010

da qui

La posizione di Teodora e Olivia non è delle più comode: la gamba destra della prima (che indicheremo con T) è irrigidita sullo stomaco dell’altra (O), che cerca di afferrare la caviglia sinistra di T sotto la propria schiena inarcata il più possibile, stretta com’è in una specie di tenaglia; la mano destra di T stringe il polso destro di O, piegato su se stesso nel tentativo di svincolarsi dalla morsa; un ricciolo a forma di S cade dalla fronte di O e va a congiungersi perfettamente col cerchio dell’occhio semichiuso per lo sforzo; la mano sinistra di T fa pressione sulla spalla destra di O, temporaneamente impossibilitata a muoversi. Dalle bocche serrate per l’impegno escono frasi smozzicate. T: convinciti, occorre uno spiraglio di luce per dare ossigeno al lettore; O: è inutile fingere che ci siano vie d’uscita; T: a che serve la letteratura se non a presentare alternative?; O: il dovere di chi scrive è riprodurre la realtà; (il respiro è sempre più affannato, le parole si pronunciano a fatica); T: vedi che non riesci a liberarti? potrei suggerirti la mossa per uscirne: a questo servono i libri!; O: un romanzo non è un manuale di sopravvivenza: rende conto del sudore che gronda, delle vesti zuppe, della tenacia nel resistere al dolore; ( il fiato è spezzato, le frasi sono quasi incomprensibili). Con un movimento repentino, O fa leva contemporaneamente sul polso, la caviglia e il ginocchio di T, stupita per la reazione inaspettata; le posizioni si ribaltano: ora è la gamba sinistra di O a serrare in una morsa d’acciaio il ventre di T, che tenta di far pressione, con la mano destra, sulla tibia irrigidita di O, ma inutilmente. Con un gesto disperato, agita la gamba destra verso l’alto e stringe la coscia sinistra di O, cercando di affondarvi le unghie affilatissime. Ma Olivia non molla, e biascica fra i denti la frase decisiva, prima che Teodora si dichiari vinta: devi ammettere che in certi casi non c’è niente da fare, bisogna solo ratificare la sconfitta.