56. Mantello

Creato il 29 giugno 2011 da Fabry2010

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La sera divide il mondo in due: l’azzurro del cielo, ancora chiaro, che sembra la mano morbida di Dio disposta a una carezza, si trasforma in basso in grigio intenso che plana come ombra sulle case popolari, il minareto superbo, la strada attorcigliata come un verme grigio sul dorso della collina verdescura. Magdalenne si ferma a lungo a distinguere le sfumature di luce, le gradazioni di colore, i confini incerti tra il manto azzurro di Dio e la tunica scura della terra; poi passa ai suoni, le grida dei bambini, il vociare degli adulti, il canto della donna innamorata. Pensa alle volte che è risuonato il suo, di canto, mentre sognava gli occhi di Yehochoua, la cascata di capelli in disordine perenne, il sorriso disegnato tra i baffi e il pizzo, come fosse attratto sempre dalla parte alta del quadro, accarezzato dalla mano morbida di Dio, al riparo del mantello azzurro. Ora le pare un miscuglio curioso di terra e cielo, l’uomo misterioso che non capisce dove trovi il coraggio di affrontare il potere spietato che li opprime.
- Stai pensando a lui.
Ha i capelli ricci e radi, sopracciglia decise inquadrano uno sguardo che ti scava dentro.
Alla donna sfugge un grido che si confonde con quello dei bambini, l’urlo dei clacson, il coro delle madri che ingiungono ai figli di tornare.
- Chi è lei?
- Mi chiamo Chlomo, sono un giornalista.
- Vuole farmi morire di spavento?
- Sono giorni che la seguo, da quando ho capito che è innamorata di Yehochoua.
A Magdalenne, chissà perché, viene in mente una strada che corre tra colline brulle, erbacce e sassolini bianchi che si accavallano fino al punto in cui sorge la città, un ammasso di edifici bianchi aggrappati gli uni agli altri come a proteggersi da nuvole che incombono: che fine ha fatto la pace della sera?
- Non è lecito seguire le persone.
- Lo dice lei. Un giornalista può permettersi di tutto.
Le nubi hanno chiuso ogni spiraglio: ora si scorgono solo monti scheletriti a perdita d’occhio, schiene nude cosparse di sabbia e frammenti sparsi di rocce.
- Cosa vuole da me?
- Chi è Yehochoua?
- Bisogna camminare molto per raggiungerlo: terre piene di sassi ed erba alta, sotto il sole a picco; tunnel senza luce dove si va a tentoni, sperando di non precipitare in qualche buca. Altre volte ti viene incontro come il profumo della resina o il vento che soffia tra le rocce.
- Avete fatto l’amore?
- Se ne vada.
Si aggrappa con lo sguardo al manto azzurro, Magdalenne, cerca un contatto con la mano morbida di Dio.



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