Temporali e vento non mi spaventano. Associo ad essi la paura, sì ma non la mia.
Vedere il terrore dipinto sul volto di qualcuno che lo provoca quotidianamente ha il sapore di una dolce vendetta, per la quale non ci si sporcherà nemmeno le mani.
Quella paura delle fronde degli alberi mosse violentemente dal vento. Forse destinate a portar via il male inflitto e a portarne uno da infliggere.
Il fragore di un tuono che fa da specchio alle inumane grida, rispedendole al mittente. Trasformando il carnefice in vittima.