58 Antefatti – Primo approdo al Covo 1679

Da Blanquita @Blanquita

Un luogo imprecisato nei Caraibi, 1679 Era buio. Le scialuppe si avvicinavano lente alla costa di Isla Perdida, il Covo dell’Ibisco. Le avevano detto che c’era una via impervia e segreta per arrivarci, ma per percorrere quella rotta era necessario il sole, che illuminasse il fondale roccioso. Quelle acque erano pericolose, ma quella notte avevano ormeggiato a nord-ovest, dalla parte più esposta e stavano raggiungendo la spiaggia dal mare aperto. Le tre donne si trovavano sulla prima scialuppa, erano in sette su quella barcaccia, sette persone strette nello spazio angusto, al buio sotto una luna piccola e sottile. Era buio, ma lei si sentiva esposta come se fosse giorno, come se fosse nuda. A Blanca si contorceva lo stomaco ma non osava muoversi, guardava il mare nero davanti a sé, senza fiatare. Qualcuno parlava, ma lei non udiva che il ronzio sordo del sangue nelle orecchie e le ondate di calore, che dal ginocchio le trafiggevano l’anima, e quella mano lì, ferma, mentre a lei si accelerava il respiro. Quella mano che si era affrettata a coprire con il suo scialle. La mano di Hudson, bruciante come un marchio a fuoco, possessiva e inopportuna! La pesante stoffa della gonna pareva inconsistente, sembrava che l’uomo le toccasse la pelle nuda, ed era un’emozione piacevole e dolorosa al tempo stesso. I deboli raggi lunari non avrebbero rivelato nulla e lei, impudica e ardita, aveva scostato le ginocchia. Non avrebbe mai immaginato di fare un gesto tanto ardito, ma che cosa le saltava in mente? Eppure quel poco spazio sarebbe bastato, se solo lui avesse voluto! Invece le dita del capitano restavano ferme al loro posto, abbandonate su di lei come se si fosse trattato di uno scalmotto o del bordo di un barile, un semplice, stupido appoggio! Lei non riusciva nemmeno a parlare, la mente confusa dalla frustrazione e dalla vergogna per se stessa, mentre Eve le rivolgeva parola sottovoce, chiedendole se preferiva scambiarsi di posto, considerata la prua stretta. Fingendosi distratta, Blanca non rispose, mentre Jerry conversava con Nathan White e Raleigh, sul lavoro di carenatura che li attendeva dall’indomani. I minuti passavano, interminabili, mentre i remi battevano l'acqua con ritmo cadenzato, presto avrebbero raggiunto la riva! A disagio, accanto a Jeremy, Blanca si agitò sul rigido sedile, facendo aderire la sua gamba al suo stivale, ottenendo una vicinanza eccessiva... oppure no? Doveva liberarsi di quell’assalto sfacciato, ché nulla lo autorizzava a trattenerla a quel modo! Ma la stava poi trattenendo? Forse no, ma se si sbagliava, allora perché indugiare? Ora avrebbe spostato il busto, si sarebbe rivolta a Cate, e se fosse riuscita ad allontanargli il braccio, lui non avrebbe potuto reagire, e respingerlo era tutto ciò che lei potesse fare. Ora lo avrebbe allontanato, bastava decidere quando fosse il momento giusto, doveva muoversi con disinvoltura, e Blanca trattenne il fiato puntando il gomito, ma poi temporeggiò, inquieta: era stata una stretta impercettibile, quella? Oppure no? Il respiro uscì piano piano dalle sue labbra socchiuse, mentre malediceva la propria carnalità che le impediva di comportarsi con il giusto distacco. Esitò ancora, cercò di distrarre la propria attenzione, e il supplizio che scioccamente si autoinfliggeva, ricominciò. La morale le diceva di scostarsi, ma il piacere sottile e doloroso di quell’attesa non soddisfatta la faceva letteralmente impazzire, era un supplizio, ma dei più dolci. Chissà se le sue dita la stavano davvero stringendo, o se si trattava solo della sua immaginazione? Blanca aveva il cuore impazzito, i crampi nello stomaco, la febbre nella pelle. Considerò con rammarico che nessuna decisione, in vita sua, le era costata tanto! Quando si udì l’infrangersi delle onde sulla costa, quando i primi uomini si gettarono in acqua, Sam Hogart armeggiò con l’acciarino, cercando di accendere il lume. Nel primo breve istante di luce, Blanca vide il lampo dorato nel sorriso di Hudson, poi si rifece buio e la mano del capitano scivolò via, risalendole di un tratto la coscia, provocandole un brivido che le risalì la gamba, la schiena, fino alla radice dei capelli. Un attimo, e tutto s’illuminò. Blanca afferrò lo scialle e se lo mise sulle spalle, si alzarono le voci e il trambusto, la barcaccia beccheggiò e fu fermata dai pirati in acqua. Il capitano scavalcò in fretta il bordo e percorse i primi passi sulla sabbia, seguito dal quartiermastro e gli altri uomini. Nathan White alzò il lume rischiarando il viso terrificante, le treccine, gli occhi impassibili e, allungando la mano, invitò Blanca a scendere. Alzandosi, sorretta per il gomito dalla solerte Cate, Blanca sollevò la gonna e afferrò la mano protesa. L’acqua le lambì le caviglie, penetrò attraverso le scarpette di pelle, e lei raggiunse in fretta la sabbia. In piedi presso le rocce, osservò lo sbarco degli altri fin quando, dalla penombra, la voce di Hudson le carezzò la nuca: -Benvenuta a casa.-, le sussurrò. Dapprima Blanca si spaventò ma, nel riconoscerlo, si strinse nello scialle e, scostandosi con aria sdegnosa, si voltò dall’altra parte, inspiegabilmente offesa e delusa.  foto dal web

Pubblicato da blanca.mackenzie | Commenti Tag: vita a bordo