Nonostante detta cosi’ possa sembrare fosca, mi permetto di darti un consiglio: fai i bagagli e trasloca in un luogo in cui si parla una lingua diversa dalla tua. Ne vale la pena se non altro per godere di una sensazione che arriva dopo un po’, dura un attimo, ma e’ strepitosa. La si prova quando ci si accorge non solo di parlare, ma anche di pensare in una lingua diversa dalla propria. E’ un momento fantastico, una porta che auguro a chiunque di varcare.
Tra parentesi, un aggiornamento dalla Bassa Africa: anche qui si sente odore di rivoluzione. Non potrebbe essere altrimenti. La colonizzazione territoriale delle ONG, da sempre invasiva e spietata, si e’ fatta sfacciata. Per capirci... da queste parti non c’e’ piu’ un fazzoletto di terra libero. I sindaci dei villaggi rurali si stanno accorgendo che le baracche dei loro cittadini non sono piu’ posate sulla terra dei loro avi. Vanno al catasto - altrimenti detto servizio topografico - e scoprono che i terreni su cui le loro famiglie vivono da generazioni sono stati tutti attribuiti – a loro insaputa - ad associazioni europee, asiatiche e americane, a ONG internazionali, a fondi mondiali di questo e di quello. Dove non e’ una ONG, allora e’ un ex-presidente, un ministro o un prestanome. Non a caso negli ultimi tempi svariati vecchi pupazzi della democrazia sono stati riesumati dai loro esilii dorati e si apprestano a rimettersi sul mercato. Enti “benefici” che si intestano milioni di ettari di campi e foreste. Non c’e’ una ‘impercettibile’ contraddizione? Mah... ci sara’ pure una ragione.
Certo, se ai primi sentori di malumori popolari non avessi smesso di organizzare festini e orge notturne in terrazza, avrei rischiato di dare nell’occhio col risultato di stuzzicare il can che dorme. Ci vuole poco, in verita’, a tenere un profilo basso. Se ne vale la pena, e’ una reazione del tutto naturale, istintiva, autoconservativa. Strano che Mussoloni, con quello che si dice esserci in gioco nel suo caso, non riesca a farlo quanto me. Curiosa contraddizione. Mah... ci sara’ pure una ragione.
A tal proposito... al ristorante, chiacchierando tra italiani, non si poteva evitare di parlare di lui. A un certo punto ho domandato: “Allora la settimana prossima processano il Berlusca?” “Non la settimana prossima. Il 6 aprile!” sono stato prontamente corretto da piu’ d’uno. L’argomento politico e’ stato poi sfiorato ed archiviato con benvenuta rapidita’ il che ci ha lasciato un sacco di tempo per parlare d’altro. Questo perche’ io seguo un centinaio di blog (un’occhiata al blogroll per vederne una selezione) e pubblico TNEPD che tratta, tra gli altri argomenti, proprio di politica italiana Mentre gli amici con cui parlavo ieri, persone piacevolissime che conosco da anni, non hanno questa ‘chance’ e si informano per altre vie piu’ ‘tradizionali’: in TV con gli shorts sull’Italia di Euronews e sul web leggendo saltuariamente la versione on line del quotidiano locale della loro citta’ d’origine. Da quei canali esce una litania: “Bunga Bunga, 6 aprile, mignotte, pedofilo, tribunale, Bunga Bunga, 6 aprile, mignotte, pedofilo, tribunale, Bunga Bunga, 6 aprile, mignotte, pedofilo, tribunale...” e null’altro.
Tutto vero? Parrebbe di si’. Il problema e’ che di solito da quei canali non esce mai la verita’, o meglio, esce sempre il messaggio utile alla regia. Quella attuale non mi pare la congiuntura ideale per fare eccezioni, tutt’altro, percio’ vien da supporre che la regia sia particolarmente attenta a veicolare il ‘giusto’ messaggio. Il martello picchia forsennatamente sullo stesso chiodo e raggiunge le piu’ meridionali soglie planetarie di civilizzazione. Pare proprio che che ai piani alti ci vogliano vedere incazzati, pare che facciano di tutto per caricarci come molle, pare proprio che ci vogliano per la strada a manifestare e che lo si debba fare il 6 aprile 2011. Ci sara’ pure una ragione.