Oggi si è chiuso il trittico di amichevoli che ha visto la Nazionale Italiana di rugby impegnata contro alcune tra le migliori compagini mondiali in preparazione del 6 Nazioni del prossimo Febbraio.
Australia – Fiji – Argentina: questo era il programma del mese di Novembre per i ragazzi di Jacques Brunel, orfani del pilone Andrea Lo Cicero che ha deciso di chiudere con la Nazionale dopo 103 presenze (record).
Come per gli altri sport anche per il rugby inserire i giovani nella Nazionale Italiana, cosa che nel resto del mondo è normale come scendere in campo, diventa un dramma. I tifosi italiani hanno poca pazienza di aspettare la maturazione del giocatore, e magari perdonargli qualche errore, quindi chi seleziona le rose si trova quasi sempre in una situazione molto difficile: tra l’incudine (ovvero i risultati del campo) e il martello (l’umore della tifoseria).
Il campo però dice male agli azzurri dell’Italrugby. Il primo test match di novembre, contro l’Australia, ha il sapore della disfatta: 30 punti di distacco dai “canguri” evidenziano la differenza tra il rugby tricolore e quello dei mostri sacri dell’Oceania che in questa disciplina sono maestri.
Contro le Isole Fiji arriva una vittoria sofferta e sudata punto su punto ma la troppa sofferenza mostrata contro un avversario forte ma non irresistibile ha destato parecchia preoccupazione. La squadra sembra smarrirsi nei punti chiave della partita e concede più di quanto sia consentito concedere.
L’ultimo test match contro i Pumas dell’Argentina è la dimostrazione di questa teoria. L’italia parte bene e va subito in vantaggio ma poi viene ripresa e superata dagli avversari; la fatica per riacciuffare il risultato si fa sentire negli ultimi minuti quando la vista si annebbia e i muscoli non rispondono mentre gli argentini segnano i punti decisivi per la vittoria.
Di positivo rimane l’impressione suscitata dagli innesti di Brunel: Michele Campagnaro e Tommaso Allan con quest’ultimo protagonista di un’ottima gara contro l’Argentina. A febbraio però si farà sul serio per cui è d’obbligo accordare bene ogni strumento per suonare una sinfonia orecchiabile come quella dell’anno scorso.
Intanto gli All Blacks scrivono una pagina importante della storia del rugby: la nazionale “kiwi” è l’unica squadra ad essere riuscita a chiudere un anno solare senza nemmeno una sconfitta.