Plaquemine, sobborgo periferico di New Orleans, Lousiana .
Qui nasceva nell’ottobre del 1893 Clarence Williams, uno tra i primi musicisti che possono etichettarsi come jazzisti, destinato a influenzare, anche inconsapevolmente, molti musicisti non solo nel jazz, ma anche in altri generi, che, con il passare degli anni, perderanno sempre di più le loro forti radici afroamericane.
Clarence Williams muore esattamente 49 anni fa, il 6 novembre 1965, nel Queens.
Fin da piccolo viene cresciuto nel mondo della musica, figlio di una bassista che si guadagnava da vivere portando avanti un piccolo hotel nel quale il piccolo Clarence Williams aveva la possibilità di eseguire alcune performance artistiche, pur sempre preferendo sempre come suo palco preferito le strade di New Orleans.
A soli dodici anni si unisce a Billy Kersands, come cantante, per poi subito iniziare la carriera di pianista professionista, suonando con Sidney Bechet e Bunk Johnson, due future stelle del jazz.
In quegli anni Chicago offriva il terreno ideale per la crescita dei musicisti di New Orleans che vi migravano, favorendo incontri e offrendo molti locali e un ampio pubblico. Sarà, intorno agli anni quaranta, quando il jazz è ormai un genere popolare ed affermato, che Chicago dovrà lasciare il primato a New York.
Le note di Clarence Williams risuonano dalla “Windy city” alla “Big Apple” durante i primi anni venti, e partecipa alla composizione di Gulf Coast Blues di Bessie Smith e ad altre hit di grande importanza del momento. Nel frattempo apre un negozio di musica che riscuote un ottimo successo e dopo aver incontrato, e poi sposato, Eva Taylor, talentuosa cantante blues, decide di fondare una propria casa discografica. Clarence Williams intuisce il potenziale economico del mercato della musica nera che la discriminazione razziale aveva soffocato nei campi di cotone e capisce che le persone sono alla ricerca di una musica da ballare, una musica più swingata, con più ritmo, in un’unica espressione: “più negra”. Decide quindi di registrare con più cantanti afroamericane e incide numerosi dischi.
La sua carriera ha infine la svolta quando svolge alcune sessioni di registrazione con le stelle nascenti del jazz e del blues come Louis Armstrong e Sidney Bechet . Numerosissime sono le canzoni scritte da Clarence Williams e alcune di queste sono impreziosite da particolari e intriganti arrangiamenti, tra cui: Bozo, del novembre 1928, per una big band con i cornettisti King Oliver e Ed Allen, Red River Blues del marzo 1928 , per un quintetto con pianoforte , clarinetto , corno , tuba e washboard, e ancora Organ Grinder Blues del luglio 1928.
Il suo nome verrà inserito, nel 1970, nella Songwriters Hall of Fame.
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