da qui
Quanto tempo è passato? Quante camere d’albergo hanno protetto il guardarsi negli occhi lungamente, come davanti al Vittoriano, ai monti ricoperti di neve, alle cupole di chiese senza nome? Quante volte ha cercato le ali dietro le spalle della donna bionda da cui è stato sedotto con la voce morbida e la dolcezza inspiegabile dei modi? Cosa ha potuto cancellare il fantasma di Venezia, il richiamo struggente del Ponte dei Sospiri, il tramonto malinconico sulla laguna a primavera, le maschere del carnevale, in cui riconosceva il desiderio di nascondersi allo sguardo duro del mondo? Come ha potuto liberarsi in un istante del passato gravoso, l’esperienza di donne che lo hanno sfruttato fino all’ultimo per poi dargli il benservito? Cosa lo travolge nella stanza dai colori caldi, col tavolo in legno antico e le sedie amaranto, il lampadario barocco con luci che assomigliano a stelle, la camera dalle forme e i disegni variegati così come è adesso, d’un tratto, la sua vita? La porta è incorniciata in un arco di trionfo in marmo di Carrara: la parte superiore è impegnata da un affresco in cui due amanti si abbracciano al centro di un paesaggio di campagna, con alberi e arbusti pieni di energia, fiori che traboccano ovunque e di cui pare possibile captare la fragranza, come quella della donna bionda a cui Marco non ha chiesto ancora il nome. La storia si ripete ogni volta: un messaggio laconico sul cellulare, il nome di un albergo, l’ora, l’invito a non giungere in ritardo. E poi l’incontro, l’ingresso nella hall, la salita sulle scale con l’emozione intatta del Vittoriano sullo sfondo, le cupole ignote, i monti sovraccarichi di neve, le colline bianche, i tronchi d’albero e i cespugli odorosi, l’umido degli affossamenti e i liquidi densi delle cavità, l’ansimare di una natura prorompente, l’urlo potente del creato che spinge per trovare un posto nel tempo e nello spazio. Da quanto sono entrati nella stanza? Marco accende l‘abat jour sul comodino: accanto a lui non c’è nessuno, solo un fascicolo con molte correzioni. Prova a leggere l’intestazione, con gli occhi appesantiti della notte: Alberto Asora, Romanzo. Balza dal letto, si veste in fretta e scende le scale a precipizio. Alla reception c’è una ragazza dai capelli rossi, la copia perfetta di Jessica Hamby.