Recensione: Breaking Bad Stagione 4
ATTENZIONE: IL SEGUENTE ARTICOLO CONTIENE SPOILER CHE NON OLTREPASSANO GLI AVVENIMENTI DELLA QUARTA STAGIONE
-A fine articolo troverete i link per le recensioni delle stagioni precedenti-
5. Conquista: Recensione Breaking Bad stagione 4
Mi sembra di aver usato già tutte le parole per descrivere la serie, ma non avrei mai potuto immaginare che arrivasse a tanto ed è come se avessi bisogno di tempo per trovare quelle più adatte.
Sono così confuso che nel cercare un paragone da mettere a confronto mi viene in mente Manzoni e i Promessi Sposi.
In realtà la spiegazione c’è ed è anche logica, ma occorrerà spiegarla prima che mi vengano a prendere quelli dell’igiene mentale.
Fin’ora non ho ancora parlato della regia, l’ho sempre data per scontata, ma non avrebbe senso parlare di una serie in sei post e non dire una parola a riguardo.
In uno degli ultimi video che ho visto su youtube (l’ep. 6 del Licaoni cinema show) si parlava proprio di questo, e mi sembra che l’ospite Fabio Guaglione abbia preso in analisi proprio questa serie considerando l’affermazione di Hitchcock a proposito del punto macchina perfetto e del compito da parte del regista di cercarlo. A tal proposito dice esattamente:
Forse è vero che c’è solo un punto macchina per quell’inquadratura: prendiamo “Breaking bad” che è una storia che si può raccontare in tanti modi, ma in realtà il modo perfetto è il modo in cui è stato scritto ed è stato girato. E’ come se una sua storia – che contiene i suoi simboli, le sue energie ecc. – in realtà avesse una sua forma perfetta e si può raccontare in tanti modi, che si avvicinano sempre di più al [...] suo livello di perfezione.
(A proposito di questa citazione vi consiglio di dare un’occhiata al video nel quale compare anche Claudio di Biagio di cui parlai nell’ultimo Tubi or not Tubi)
In effetti la regia è qui un vero e proprio narratore nascosto che ci racconta una storia che potrebbe essere raccontata in molti modi, ma il suo modo è quello perfetto.
Ovviamente non è questo il motivo per cui pensavo a Manzoni poco fa.
Il montaggio delle scene è un altro dei tanti ingredienti di questa ricetta perfetta, e riconoscere le tipologie di montaggi mi mette nella condizione di citare oltre che ringraziare Vert1go e il suo blog Filmaker’s Life che tempo fa dedicò su questo argomento molti post davvero interessanti.
Se dunque ho compreso bene la teoria, nella scena seguente si tratterebbe di un montaggio formale: vi è, in uno dei primi episodi, un passaggio da una ripresa dall’alto di Walt e Jesse che puliscono il sangue al dettaglio di una patatina fritta condita nel ketchup.
Ne ho colti tantissimi di tipi di montaggio particolari oltre a questo e deduco due cose:
1 Vert1go è un ottimo insegnante
2 Breaking bad ha un’ottima qualità!
E a proposito dell’ultima affermazione, mi rifaccio a quanto detto nella recensione della 1 stagione e azzardo un’affermazione che se dovesse essere confutata dopo la quinta stagione sarà la prima cosa che dirò:
Se mi è concessa una metafora: Breaking bad è la Blue Sky, Vince Gilligan è la chimica stessa e il regista e lo sceneggiatore sono Walt e Jesse. Ovviamente le altre serie tv sono gli altri tipi di metanfetamina, e noi spettatori siamo tutti tossicodipendenti.
Credo che questa metafora spieghi appieno il mio attuale livello di tossicodipendenza, ma per chiarirlo ancora meglio dico che nonostante Gus sia morto, io ancora non ho il coraggio di cercare Giancarlo Esposito su Wikipedia.
Di momenti e frasi epiche ce ne sono stati a bizzeffe, ma di sicuro il matrimonio di Renzo e Lucia li batte tutti! No scherzavo, era per ricordarvi che il discorso su Manzoni è ancora sospeso.
“Non sono minacciato, sono io la Minaccia!” ha superato “restate fuori dal mio territorio” che è seguito da “ho vinto io”.
Per quanto riguarda le scene butto giù un elenco della spesa: tanto dovrebbero bastare per ricordarle, e riviverle.
Jesse e Walt che fanno a botte
Walter jr che accudisce suo padre
La strage del cartello
La risata isterica di Walt oltre la botola
La morte di Gus
La distruzione del laboratorio
Oltre alle frasi e alle scene da non dimenticare c’è una serie di scene che hanno reagito chimicamente per rivelare al pubblico il risultato le quattro stagioni di bb hanno avuto su Walter. Me ne vengono in mente due che secondo me sono le principali: Jesse punta la pistola sulla fronte di Walt che lo invita a sparare qualora lo considerasse capace di fare del male a un bambino; l’ultima inquadratura sui fiori.
È stata fatta piazza pulita nel mondo criminale, ma in realtà Walt ha perso ogni scrupolo ed è diventato lui stesso il criminale.
Il finale di stagione mi ha fatto pensare subito a uno schema studiato al liceo a proposito dei promessi sposi (sentivo le sirene, era il caso di chiudere questa faccenda). Si trattava di uno schema narrativo che sintetizzava il romanzo in: presentazione dell’equilibrio iniziale, rottura dell’equilibrio, recupero dell’equilibrio iniziale. Poi la prof. ha spiegato come questo non era possibile e che dopo tutte le vicende accadute risulta necessario raggiungere un nuovo equilibrio. È in un certo senso questo il momento in cui inizierà la quinta stagione: ogni tassello è tornato al suo posto, ma adesso la situazione economica di Walt è pessima, e il mercato della droga è scomparso, è questo il momento in cui si dovrà creare un nuovo equilibrio.
(bussano alla porta, vado ad aprire)
“Si, sono sono io Winston Smith… Guardi che ho appena spiegato la faccenda di Manzoni… Lasciatemi stare, non sono pazzo… Io non sono pazzooo!”
Gli episodi precedenti:
Introduzione
Recensione Breaking Bad Stagione 1
Recensione: Breaking Bad stagione 2
Recensione: Breaking Bad Stagione 3