Anno: 2012
Durata: 109’
Genere: Drammatico
Nazionalità: Giappone/Francia
Regia: Abbas Kiarostami
Dopo l’Italia di Copia Conforme – in concorso alla kermesse francese nel 2010 - Kiarostami si sposta a Tokyo per girare Like Someone in Love. Palma d’Oro della 50esima edizione del Festival di Cannes con Il sapore della ciliegia, il regista iraniano continua la sua peregrinazione alla ricerca di scorci esistenziali autentici da catturare. Una giovane ragazza (Rin Takanashi) si paga gli studi prostituendosi, un anziano professore (Tadashi Okuno) la contatta pensando di conoscerla. Quando lei gli offre il suo corpo, lui si mostra interessato soltanto a trascorrere del tempo con lei. “Il mio film non ha un inizio e nemmeno una fine, proprio come accade nella vita reale dove si arriva già a storia iniziata” dice Kiarostami in conferenza. In effetti, Like Someone in Love più che definirsi in una struttura compiuta, dove i protagonisti percorrono un viaggio, vivono una mutazione, presentandosi sotto una nuova luce, si affaccia su tratti esistenziali umani osservandone azioni e reazioni.
Like Someone in Love è un racconto senza prologo né epilogo che affida all’immaginazione dello spettatore il riempimento degli spazi bianchi, risultando disorientante o disorientato – probabile motivo di controversi umori. La somiglianza della ragazza alla moglie del professore e le misteriose circostanze per cui l’anziano uomo non vede da tempo la nipote potrebbero suggerire un possibile legame tra i due, ma Kiarostami non si spinge oltre l’indizio, l’intuizione, prediligendo una piccola storia di genuine attenzioni a un eclatante caso d’agnizione. Quello di Kiarostami è un cinema situazionale alla ricerca del segno autentico con cui cogliere fedelmente l’uomo nel suo essere al mondo, è uno sforzo interpretativo più che di rappresentazione che investe tanto la resa scenica quanto il lavoro attoriale. Tadashi Okuno racconta di essere stato sollecitato dall’autore ad avere un approccio spontaneo e di aver lavorato senza sceneggiatura: “È stata la prima volta in vita mia. Kiarostami non mi ha chiesto di recitare ma di essere naturale”.
Il Giappone, con le sue contraddizioni tra tensioni moderne e tradizioni perse nel tempo, è lo sfondo un po’ (intenzionalmente) trascurato della storia: sebbene alcune tematiche lascino intravedere una pallida disamina sociale, è la condizione universale dell’uomo il vero oggetto d’interesse del regista. “Ho sempre pensato ai giapponesi - continua Kiarostami – come a un popolo lontano dalla mia percezione, mentre ho scoperto una condivisione di emozioni che mi ha convinto a fare il film”.
Chissà se Nanni Moretti, grande amante del cinema autoriale di Kiarostami, premierà Like Someone in Love nonostante lo stato di sospensione narrativa e lo sguardo ‘straniero’ su geografie lontane che rischia l’effetto cartolina?
Francesca Vantaggiato