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65° Festival di Cannes: “Paradise: Love” (“Paradies: Liebe”) di Ulrich Seidl

Creato il 20 maggio 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2011

Durata: 130′

Genere: Drammatico

Nazionalità:  Francia/Germania/Austria

Regia: Ulrich Seidl

Kenia. Su una spiaggia lontana e incontaminata si muove lentamente Teresa, donna sulla cinquantina  dalle forme poco attraenti che, lasciata a casa la figlia adolescente, su consiglio di un’amica decide di partire alla scoperta del turismo sessuale. Arrivata a destinazione, la sua avventura da Sugar Mama – appellativo che viene dato dai ragazzi kenioti alle turiste europee che decidono di aiutarli in cambio di  favori “particolari” –  non va proprio come il previsto, svelando progressivamente  i retroscena di una realtà disperata e senza confini.

Nato originariamente come un unico lungometraggio e riadattato a trilogia dopo quattro anni di lavorazione e ottanta ore di girato, Paradise: Love è il primo film del “trittico del paradiso” firmato dall’iconografico Ulrich Seidl. Capostipite dello spaccato delle vacanze estive di una famiglia al femminile (rispettivamente madre, zia e figlia) alle prese con l’amore in tutte le sue declinazioni, dal sesso alla fede, il primo Paradise del regista austriaco – in lizza per la Palma d’oro – è frutto di un incredibile lavoro di postproduzione, perfettamente in linea con la poetica cinematografica dell’autore di Import Export ed estremamente coerente con la realtà che vuole rappresentare.

65° Festival di Cannes: “Paradise: Love” (“Paradies: Liebe”) di Ulrich Seidl

Nudi integrali, pelli cadenti e celluliti in primo piano seguono per più di 120 minuti di visione del corpo e sul corpo, giocando su contrasti cromatici e culturali in un affresco grottesco e decadente che ritrae in maniera unica ed esplicita una realtà difficile da digerire. Senza alcun tipo di giudizio (se non quello dell’immagine) nei confronti dei suoi personaggi – la maggior parte attori non professionisti, liberi di vagare ed improvvisare senza script a disposizione – Seidl riprende un mondo fatto di vittime che diventano carnefici e di carnefici che diventano vittime, in un cinema molesto e iperreale, indistribuibile per le immagini oltremodo esplicite, che punta a violare lo sguardo del suo spettatore.

Chiara Napoleoni

65° Festival di Cannes: “Paradise: Love” (“Paradies: Liebe”) di Ulrich Seidl
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