Anno: 2012
Durata: 114’
Genere: Drammatico/Thriller
Nazionalità: Corea del Sud
Regia: Im Sang-Soo
La smania di potere, la lussuria, la sottomissione al dio denaro sono il cuore e la rovina della ricca e potente famiglia sud coreana al centro della scena di The Taste of Money. Im Sang-Soo è di nuovo in lizza per la Palma d’Oro dopo la partecipazione al concorso nel 2010 con The Housemaid, opera in cui The Taste of Money affonda le radici mantenendo tuttavia una lettura indipendente. Già nel precedente film il regista coreano rifletteva sulla problematicità di una società sempre più nettamente divisa in ricchi e poveri, detentori del potere e sottomessi, tradendo il fulcro narrativo del cult firmato da Kim Ki-young nel 1960, di cui The Housemaid è il remake. Spostando l’attenzione dai turbamenti provocati dall’incursione femminile nel nucleo famigliare alla relazione tra servi e padroni, The Housemaid raccoglieva l’interesse dell’autore sull’interazione tra i ruoli sociali definita in termini di potere. The Taste of Money conferma l’attenzione di Im Sang-Soo sulla contemporaneità del suo Paese e, ricorrendo ancora una volta alle logiche del thriller, si spinge nel cuore della finanza per nutrire di torpore i suoi personaggi e scolpirne la depravazione morale.
Keumok Baek (Youn Yuh-jung) è una donna senza scrupoli figlia di uno degli uomini più potenti della Corea. Suo marito, Yoon (Baek Yoon-sik), è l’Amministratore delegato dell’azienda di famiglia, un uomo bieco che ha dedicato la sua vita al denaro e alle donne. Insieme hanno due figli, Cheol (On Joo-Wan) e Na-Mi (Kim Hyo-Jin), l’uno invischiato nei loschi affari di famiglia, l’altra – pura d’animo – in forte opposizione con la condotta famigliare. Young-Jak (Kim Kanag-Woo) è il tutto fare del CEO Yoon da 10 anni, nonostante le sue capacità e la sua formazione universitaria. Dopo una vita spesa alle dipendenze di moglie e suocero, consumata in un matrimonio di interesse, Yoon è deciso a lasciare tutto per ricominciare una nuova vita con la domestica filippina Eva (Maui Taylor). Ma lady Baek è pronta a tutto per impedire al marito di attuare i suoi piani.
Im Sang-soo tenta di ripetere l’equilibrismo tra estetica e suspense per interrogarsi sulla schiavitù del potere, ma la sua prova di regia risulta uno sterile esercizio di stile che scade spesso nel ridicolo dell’esagerazione. Il gusto per le inquadrature e la cura dettagliata degli ambienti non bastano a creare l’atmosfera per un delitto da camera, e l’orrore della dipendenza da una posizione privilegiata da mantenere si riduce a una superflua esibizione di situazioni grottesche. La scarnificazione dei protagonisti li appiattisce alla semplicità del carattere, li priva di drammaticità e banalizza la crudeltà del loro agire.
Il mix di black humour e tensione che in The Taste of Money veicola la morale sul potere corruttivo del denaro non convince, non coinvolge, non stupisce.
Francesca Vantaggiato