Right Now, Wrong Then
di Hong San-soo
con Jung Jae-young, Kim Min-hee
Corea del Sud, 2015
genere, commedia
durata, 121'
Non ci sorprende
per nulla eppure continua a stupirci. Stiamo parlando del regista
coreano Hong Sang- Soo e del suo "Right Now, Wrong Then", passato in
concorso ad appena due anni dalla conquista del premio per la miglior
regia ottenuto a Locarno con "Our Sunhi".
Non è certo una novità infatti, come succede in quest'ultimo lavoro,
che l'autore coreano prediliga il gusto del paradosso, le atmosfere
surreali e gli acquarelli di vita quotidiana in cui la riflessione sul
cinema prende spunto dall'amore nei confronti dei suoi personaggi. Ad
abbassare la sorpresa prodotta da "Right Now, Wrong Then", concorre
anche la trama, tanto nella similitudine topografica degli ambienti -
anche se in questo caso non siamo a Seul ma in una metropoli della
provincia coreana - quanto nella proposizione dell'incrocio sentimentale
tra un regista arrivato in città per presentare il suo film e una
giovane artista alla ricerca d'ispirazione, che al primo impatto sembra
fare da appendice alle vicende raccontate nel suo penultimo film. Senza
dimenticare l'espediente dello
sliding door narrativo che, presentando con lievi varianti due storie pressoché identiche, fa venire in mente "In Another Country", realizzato nel 2012.
Eppure
nonostante questo, al succedersi dei fotogrammi, le consuetudini di
"Right Now, Wrong Then" si trasformano come per magia in una familiarità
risaputa che immerge lo spettatore nella sospensione temporale capace
di avvicinarlo alle vicende dei personaggi. Da quel momento in poi, ed è
questo è il bello dei film di Hong, tutto è possibile e giustificato,
perché lo scopo della pellicola non è quello di intrecciare un minuetto
sentimentale più o meno corrispondente a quelli che accadono nella vita
reale, quanto piuttosto di divertirsi a decostruire il dispositivo
cinematografico attraverso i vari elementi che lo compongono. Entrano
così in gioco aspetti autobiografici, rintracciabili nella
corrispondenza tra il mestiere dell'autore e quello del protagonista Ham
Chum, come pure nello schema professore/allieva (ricordiamo che
Sang-Soo è stato per un certo tempo docente di cinema) presente nel
grado di fascinazione che spinge Yoon Hee Jun ad avvicinarsi a Chum.
Hong riflette sulla possibilità del cinema di manipolare la realtà con
un livello di infingimento reso scoperto da soluzioni quali zoommate e
spostamenti della macchina da presa, finalizzate a far sentire la
presenza del regista alla maniera degli amati registi della
nouvelle vague: oppure
attraverso le parole e gli atteggiamenti dei personaggi che, nella
dissimulazione delle loro reali intenzioni, diventano il corrispettivo
pratico di quello che il regista ha pensato sul piano teorico. L'abilità
del Sang-Soo è quella di non fare sentire il peso di tale complessità,
grazie alla purezza dei suoi personaggi e a una levità che riesce ad
alleggerire momenti struggenti come quello che chiude la storia, con la
ragazza pronta a compensare la perdita dell'amato regista, trattenendolo
con sé attraverso la visione dei suoi film. A dimostrazione che il
cinema, quando è bello come quello di Hong San-Soo, riesce a essere più
grande della vita.