L’arrivo di Wang
L’arrivo di Wang, storia fantascientifico-psicologica scritta, diretta e prodotta dai Manetti Bros., con Ennio Fantastichini e Francesca Cuttica, è il settimo lungometraggio di Controcampo italiano che concorre al Premio Controcampo (per i lungometraggi narrativi).
L’arrivo di Wang è una produzione Manetti Bros. Film in collaborazione con Rai Cinema e sarà distribuito in Italia e all’Estero da Dania Film, Pepito Produzioni, Surf Film.
L’arrivo di Wang è interpretato da Ennio Fantastichini, Francesca Cuttica, Li Yong, Juliet Esay Joseph, Antonello Morroni, Jader Giraldo.
Racconta di Gaia, un’interprete di cinese, che viene chiamata per una traduzione urgentissima e segretissima. Si troverà di fronte Curti, un agente privo di scrupoli, che deve interrogare un fantomatico signor Wang. Ma per la segretezza l’interrogatorio viene fatto al buio e Gaia non riesce a tradurre bene… Quando la luce viene accesa, Gaia scoprirà perché l’identità del signor Wang veniva tenuta segreta. Una scoperta che cambierà per sempre la sua vita… e non solo la sua.
I Manetti Bros. si distinguono nel panorama cinematografico italiano attuale per il loro amore per i film di genere. Hanno diretto i lungometraggi: De generazione (1995), Torino boys (1997), Zora la vampira (2000); Piano 17 (2005), L’arrivo di Wang (2011). Inoltre è loro la regia della serie tv L’ispettore Coliandro (2006-2010), di alcuni episodi della serie tv Crimini (2006) e di numerosi videoclip di apprezzati cantanti italiani come Max Pezzali, Alex Britti, Piotta, Flaminia Maphia, Assalti Frontali.
Gli altri lungometraggi – già annunciati in precedenza – che concorrono al Premio Controcampo (per i lungometraggi narrativi) sono:
Scialla! di Francesco Bruni (Opera prima)
con Fabrizio Bentivoglio, Barbora Bobulova, Filippo Scicchitano, Vinicio Marchioni, Giuseppe Guarino, Prince Manujibeya
Scialla – espressione tipica del gergo giovanile romano per intendere “lascia stare”, “stai tranquillo” – racconta di Luca, un quindicenne romano, irrequieto, cresciuto senza un padre e inconsciamente alla ricerca di una guida, e di Bruno (Fabrizio Bentivoglio), un professore senza figli che ha lasciato l’insegnamento per rifugiarsi nell’apatia delle lezioni private. Bruno non è mai stato una guida neppure per se stesso ma la sua flemmatica quotidianità subisce un’improvvisa accelerazione quando l’uomo scopre che Luca è suo figlio. L’alunno ribelle ed il professore malinconico si trovano costretti ad una convivenza forzata che apre a ciascuno la misteriosa esistenza dell’altro, soprattutto al padre che stenta a capire come rapportarsi con un adolescente insofferente alle regole e allo studio, ma pieno di vita.
Francesco Bruni, nato a Roma nel 1961, livornese di adozione, si è diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia dove è stato docente di Sceneggiatura dal 1999 al 2009. Per il cinema ha sceneggiato tutti i film di Paolo Virzì oltre a lavorare con Mimmo Calopresti, Felice Farina, Vito Zagarrio, Francesca Comencini, Ficarra e Picone, Carlo Virzì, Nina di Majo. Ha inoltre collaborato alla sceneggiatura di Miracolo a Sant’Anna di Spike Lee. Per la televisione è autore di tutte le sceneggiature della serie Il commissario Montalbano, Il Tunnel della Libertà e Il commissario De Luca. Ha ricevuto il Premio Solinas alla sceneggiatura nel 1994 per La seconda volta, il Ciak d’Oro per Ovosodo e per Caterina va in città, il David di Donatello e Nastro d’Argento per La prima cosa bella. Scialla! è la sua prima opera come regista.
Maternity Blues di Fabrizio Cattani (Opera seconda)
con Andrea Osvart, Monica Birladeanu, Chiara Martegiani, Marina Pennafina, Daniele Pecci, Pascal Zullino
Quattro donne diverse tra loro, ma legate da una colpa comune: l’infanticidio. All’interno di un ospedale psichiatrico giudiziario, trascorrono il loro tempo espiando una condanna che è soprattutto interiore: il senso di colpa per un gesto che ha vanificato le loro esistenze.
Dalla convivenza forzata, che a sua volta genera la sofferenza di leggere la propria colpa in quella dell’altra, germogliano amicizie, spezzate confessioni, un conforto mai pienamente consolatorio ma che fa apparire queste donne come colpevoli innocenti. Clara, combattuta nell’accettare il perdono del marito, che si è ricostruito una vita in Toscana, sconta gli effetti di un’esistenza basata su un’apparente normalità. Eloisa, passionale e diretta, persiste ogni volta nel polemizzare con le altre, un cinismo solo di facciata. Rina, ragazza-madre, ha affogato la figlia nella vasca da bagno in una sorta di eutanasia. Vincenza, nonostante la fede religiosa sarà l’unica a compiere un atto definitivo contro se stessa. Ha ancora due figli, fuori, e per loro riempie pagine di lettere che non spedirà mai. Fabrizio Cattani (classe 1967) inizia il suo percorso artistico come attore e regista teatrale. Trasferitosi a Roma si avvicina al mondo cinematografico, come regista di cortometraggi tra cui spiccano L’abito (1998), finalista ai Globi d’oro della stampa Estera e Mattina, premio della Critica al Festival Europa Cinema di Viareggio. Nel 2007 si dedica, nelle vesti di autore, produttore esecutivo e regista, al lungometraggio Rabdomante presentato con successo in diversi festival. Maternity Blues (2011) è il suo secondo lungometraggio.
Cose dell’altro mondo di Francesco Patierno
con Diego Abatantuono,Valerio Mastandrea, Valentina Lodovini, Sandra Collodel, Grazia Schiavo, Maurizio Donadoni
Mettiamo una bella, civile e laboriosa città del Nord Est. Mettiamo che questa città abbia una percentuale alta di lavoratori immigrati, tutti in regola e ben inseriti. E mettiamo, per esempio, che un buontempone d’industriale si diverta a mettere quotidianamente in scena un teatrino razzista: iperbole, giochi di parole, battute sarcastiche, tutte, ma proprio tutte, così politicamente scorrette da risultare esilaranti. Mettiamo che un giorno il teatrino si faccia realtà, che gli immigrati, invitati a sloggiare, tolgano il disturbo. Per sempre. Cose dell’altro mondo esplora questo paradosso, con lo stesso linguaggio politicamente scorretto del suo protagonista: ironia in luogo della drammaticità, imbarazzo al posto dell’ideologia, tenerezza dove si vorrebbe conforto sociologico. Capita così che il buontempone nordico e con lui un cinico poliziotto romano e una “buona” e bella maestra elementare, vadano a gambe all’aria e continuino a rotolare in un mondo che ha perso il suo buon senso per trovarsi in bilico sull’orlo del precipizio e lì lanciare un’occhiatina nell’abisso dei loro cuori e nel buio del loro futuro.
Francesco Patierno, nato a Napoli nel 1964, e residente a Roma, si è laureato in Architettura nel 1988. Dopo una iniziale esperienza come architetto e scenografo dal 1990 si dedica alla regia e alla videografica. Dal 1993 si specializza nel settore audiovisivo e nella regia cinematografica, pubblicitaria e televisiva, iniziando una lunga collaborazione con la RAI e con numerose case di produzione specializzandosi nella realizzazione di film istituzionali e promo pubblicitari. Nel 1996 ha scritto e diretto Quel giorno, cortometraggio che ha partecipato in concorso a Venezia, è stato selezionato in più di trenta Festival internazionali, ed ha vinto ad Amburgo e Imola.Tra il 2000 e il 2005, ha girato cinque documentari per “C’era una volta”, RAI3 continuando a dirigere spot e promo pubblicitari. Nel 2002 ha scritto e diretto Pater Familias, lungometraggio in concorso al festival di Berlino 2003. Il film, è stato candidato a tre nastri d’argento, un David di Donatello, ed ha vinto 12 premi per il miglior esordio; inoltre è stato selezionato in più di quaranta festival internazionali. Nel febbraio 2008 è uscito nelle sale Il mattino ha l’oro in bocca, selezionato in concorso al Karlovy Vary Film Festival e candidato al David di Donatello per il miglior attore non protagonista. Nello stesso anno ha diretto 4 episodi di: “Donne Assassine”, in onda su FoxCrime che ha vinto il premio per la migliore regia al Roma Fiction Festival. A settembre 2011 uscirà il film documentario Giusva. La vera storia Di Valerio Fioravanti (libro e dvd Sperling & Kupfer).
Qualche Nuvola di Saverio Di Biagio (Opera prima)
con Greta Scarano, Michele Alhaique, Primo Reggiani, Giorgio Colangeli, Aylin Prandi, Elio Germano
Roma fa pensare ai palazzi antichi e pieni d’incanto. Dove vive Diego, i turisti non ci passano nemmeno per sbaglio. Lui è nato in uno di quei quartieri popolari ai margini della città, lavora in un cantiere edile, ha scelto i mattoni, ha scelto Cinzia perché sono cresciuti insieme, sullo stesso pianerottolo. Per Cinzia la strada da scegliere è una sola da quando è bambina: fare figli, sposarsi, accudire la casa. Questo passo, che potrebbe essere un fatto privato, non lo è in borgata dove si condivide tutto, anche la vita degli altri. Ma un fuoriprogramma prima o poi deve arrivare. Viola, la nipote del capo, ha bisogno di restaurare la casa e Diego, viste le circostanze, non si tira indietro. Viola appartiene a un altro mondo, vive nel centro storico tra locali e vernissage, e la sua vita sembra lontana dalla borgata e dal cantiere. Un bacio e tutta quella distanza tra Viola e Diego si dissolve in un solo istante. Il matrimonio è ormai cosa fatta, non c’è via di fuga. Bisogna rispondere di sì, e tocca a Diego rispondere alla fatidica domanda. Può dire di no a tutti quanti? Può distruggere tutto? Cos’altro può cercare? D’altronde la sua strada l’aveva scelta da anni. Ha visto fuori dal suo quotidiano e forse saprà dimenticare. C’è qualche nuvola in cielo, sono le nuvole dei dilemmi, delle scelte non ponderate, e delle scelte che qualcuno ha fatto per noi.
Saverio Di Biagio è nato a Roma nel 1970. Inizia a lavorare nel 1992 collaborando con molte compagnie teatrali di prosa e di lirica. Grazie a Gianfranco Mingozzi, inizia a lavorare nel cinema come aiuto regista, attività che svolge per più di 15 anni, collaborando con noti autori del cinema italiano come Maurizio Sciarra e Daniele Vicari. Gira cortometraggi, video musicali e ha all’attivo diverse regie di seconda unità. Nel 2008, con la regia di Articolo 24, partecipa a All human rights for, film collettivo sui diritti umani presentato al Festival Internazionale del cinema di Roma 2008. Qualche nuvola, la sua opera prima, è stata finalista al premio Solinas 2004 nella sezione Leo Benvenuti.
Cavalli di Michele Rho (Opera prima)
con Vinicio Marchioni, Michele Alhaique, Giulia Michelini, Asia Argento, Andrea Occhipinti
Alla fine dell’Ottocento in un paesino degli Appennini vivono Alessandro e Pietro, due fratelli diversi e legatissimi – soprattutto dopo la morte della madre che fa loro l’ultimo regalo, Sauro e Baio – due stupendi cavalli non ancora domati. Divenuto adulto, Alessandro sente crescere il desiderio di oltrepassare le montagne e andare lontano, mentre Pietro vuole diventare un allevatore e vivere con Veronica, la ragazza che ama.
Michele Rho (1976) è nato a Milano. Si è diplomato in Regia presso la Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi. Ha lavorato per alcuni anni nel teatro come attore e regista. Quindi ha cominciato a lavorare per il cinema, realizzando MILàN (2002), breve documentario sulla città di Milano, il cortometraggio Post-it (2004) e il mediometraggio Veglia (2008) con protagonista Giuseppe Cederna. Ha collaborato con SKY. Cavalli è il suo primo lungometraggio.
Tutta colpa della musica di Ricky Tognazzi
con Stefania Sandrelli, Ricky Tognazzi, Marco Messeri, Elena Sofia Ricci, Debora Villa, Monica Scattini
Questa è la storia di un “secondo amore”. Giuseppe ha cinquantacinque anni, è sposato, ha una figlia, ma non si può certo dire che sia felice. Grazia, la moglie, presa dal suo radicalismo religioso (è una fervente testimone di Geova), da anni ha con lui un rapporto di fredda indifferenza, e anche Chiara, la figlia, che ha seguito la madre nella sua infatuazione religiosa, non si può dire che abbia poi questo gran dialogo con lui. Napoleone, l’amico di tutta una vita, lo convince a darsi una scrollata e a provare a “vivere”, cioè ad andare con lui a cantare nel coro della città, una sala in una chiesa sconsacrata, dove i “ragazzi” della loro generazione possono ancora divertirsi liberamente e provare a “rimorchiare”. Giuseppe si fa travolgere dalla nuova vita e si innamora di Elisa, una bellissima donna di mezza età conosciuta al coro. Elisa, pur non volendo staccarsi dalla propria famiglia, alla quale è legatissima, non potrà fare a meno di vivere con Giuseppe una vera e propria storia d’amore, più coinvolgente e importante di quanto lei stessa potesse aspettarsi. Riusciranno a mettersi in gioco fino in fondo? A superare le ragioni che si oppongono a un loro possibile futuro?
Ricky Tognazzi, attore, regista e produttore, nasce a Milano nel 1955. Figlio dell’attore Ugo Tognazzi e della ballerina Pat O’Hara. La sua carriera inizia come aiuto regista di Luigi Comencini , Pupi Avati, Sergio Leone, Maurizio Ponzi e altri. Ottiene nel 1984 un David di Donatello come miglior attore non protagonista per Qualcosa di biondo di Maurizio Ponzi. Nel 1988 debutta come regista con Fernanda, episodio del film per la TV Piazza Navona progettato da Ettore Scola. Inizia così un’intensa attività che lo porta a realizzare e a interpretare numerosi film. Vincitore del David di Donatello come miglior regista per Piccoli equivoci, per Ultrà, che vince anche l’orso d’argento a Berlino e per La Scorta in concorso a Cannes. Nel 2000 Canone Inverso è campione d’incasso.
La Giuria di Controcampo italiano, presieduta dalla regista Roberta Torre (che alla Mostra 2010 ha aperto Controcampo italiano con il successo internazionale I baci mai dati), e’ composta anche dal regista e sceneggiatore Aureliano Amadei, vincitore del Premio Controcampo italiano 2010 con 20 sigarette (film vincitore anche di quattro David di Donatello e due Nastri d’argento) e dall’attrice Cristiana Capotondi, una delle rivelazioni del cinema italiano degli ultimi anni, applaudita l’anno scorso in La passione di Carlo Mazzacurati, in Concorso alla 67. Mostra.
Al regista vincitore per il lungometraggio narrativo andranno 30.000 Euro di pellicola negativa, offerta da Kodak.