7 Consigli da Kurt Vonnegut agli abitanti della Terra del 2088.

Creato il 02 maggio 2014 da Chronicles From The Holocene @holojay

Nel 1988 la Volkswagen, come parte di una campagna pubblicitaria su Time magazine, chiese ad un certo numero di influenti pensatori di scrivere una lettera aperta agli abitanti della Terra del 2088, esattamente cent'anni dopo. La lettera che segue è di Kurt Vonnegut, tra coloro i quali risposero positivamente all'appello. (Scorri giù per la traduzione).

(Un'altra lettera di Vonnegut, piena di imperdibili consigli a dei giovani studenti, può essere letta qui).
Ladies & Gentlemen of A.D. 2088:
It has been suggested that you might welcome words of wisdom from the past, and that several of us in the twentieth century should send you some. Do you know this advice from Polonius in Shakespeare's Hamlet: 'This above all: to thine own self be true'? Or what about these instructions from St. John the Divine: 'Fear God, and give glory to Him; for the hour of His judgment has come'? The best advice from my own era for you or for just about anybody anytime, I guess, is a prayer first used by alcoholics who hoped to never take a drink again: 'God grant me the serenity to accept the things I cannot change, courage to change the things I can, and wisdom to know the difference.'
Our century hasn't been as free with words of wisdom as some others, I think, because we were the first to get reliable information about the human situation: how many of us there were, how much food we could raise or gather, how fast we were reproducing, what made us sick, what made us die, how much damage we were doing to the air and water and topsoil on which most life forms depended, how violent and heartless nature can be, and on and on. Who could wax wise with so much bad news pouring in?
For me, the most paralyzing news was that Nature was no conservationist. It needed no help from us in taking the planet apart and putting it back together some different way, not necessarily improving it from the viewpoint of living things. It set fire to forests with lightning bolts. It paved vast tracts of arable land with lava, which could no more support life than big-city parking lots. It had in the past sent glaciers down from the North Pole to grind up major portions of Asia, Europe, and North America. Nor was there any reason to think that it wouldn't do that again someday. At this very moment it is turning African farms to deserts, and can be expected to heave up tidal waves or shower down white-hot boulders from outer space at any time. It has not only exterminated exquisitely evolved species in a twinkling, but drained oceans and drowned continents as well. If people think Nature is their friend, then they sure don't need an enemy.
Yes, and as you people a hundred years from now must know full well, and as your grandchildren will know even better: Nature is ruthless when it comes to matching the quantity of life in any given place at any given time to the quantity of nourishment available. So what have you and Nature done about overpopulation? Back here in 1988, we were seeing ourselves as a new sort of glacier, warm-blooded and clever, unstoppable, about to gobble up everything and then make love—and then double in size again.
On second thought, I am not sure I could bear to hear what you and Nature may have done about too many people for too small a food supply.
And here is a crazy idea I would like to try on you: Is it possible that we aimed rockets with hydrogen bomb warheads at each other, all set to go, in order to take our minds off the deeper problem—how cruelly Nature can be expected to treat us, Nature being Nature, in the by-and-by?
Now that we can discuss the mess we are in with some precision, I hope you have stopped choosing abysmally ignorant optimists for positions of leadership. They were useful only so long as nobody had a clue as to what was really going on—during the past seven million years or so. In my time they have been catastrophic as heads of sophisticated institutions with real work to do.
The sort of leaders we need now are not those who promise ultimate victory over Nature through perseverance in living as we do right now, but those with the courage and intelligence to present to the world what appears to be Nature's stern but reasonable surrender terms:

  1. Reduce and stabilize your population.
  2. Stop poisoning the air, the water, and the topsoil.
  3. Stop preparing for war and start dealing with your real problems.
  4. Teach your kids, and yourselves, too, while you're at it, how to inhabit a small planet without helping to kill it.
  5. Stop thinking science can fix anything if you give it a trillion dollars.
  6. Stop thinking your grandchildren will be OK no matter how wasteful or destructive you may be, since they can go to a nice new planet on a spaceship. That is really mean, and stupid.
  7. And so on. Or else.
Am I too pessimistic about life a hundred years from now? Maybe I have spent too much time with scientists and not enough time with speechwriters for politicians. For all I know, even bag ladies and bag gentlemen will have their own personal helicopters or rocket belts in A.D. 2088. Nobody will have to leave home to go to work or school, or even stop watching television. Everybody will sit around all day punching the keys of computer terminals connected to everything there is, and sip orange drink through straws like the astronauts.
Cheers,
Kurt Vonnegut


Traduzione:
Signori e Signore del 2088:Ci è stato suggerito che voi potreste apprezzare delle parole sagge provenienti dal passato, e che molti di noi del ventesimo secolo avremmo dovuto mandarvele. Conoscete il consiglio di Polonio nell'Amleto di Shakespeare: "Questo sopratutto: sii sincero verso te stesso"? Oppure che dire delle istruzioni da parte del Divino San Giovanni: "Abbi timore di Dio e rendigli Gloria; per il momento in cui il Suo giudizio arriverà." Il miglior consiglio da parte della mia era per voi o per chiunque in qualunque tempo, credo, è una preghiera usata in principio dagli ex-alcolisti che sperano di non toccare mai più il bicchiere: "Dio mi ha dato la serenità per accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio per cambiare quelle che posso, e la saggezza per conoscere la differenza tra le due."Il nostro secolo non è stato così liberale con la saggezza come alcuni altri, ed io penso che sia perché siamo stati i primi a poter ottenere informazioni affidabili sulla situazione dell'uomo: quanti di noi c'erano, quanto cibo potevamo coltivare o raccogliere, quanto velocemente ci stavamo riproducendo, cosa ci faceva ammalare, cosa ci faceva morire, quanti danni stavamo facendo all'aria e all'acqua e al suolo su cui la maggior parte delle forme di vita dipendeva, quanto violenta e senza cuore la natura può essere, e così via. Come potevamo diventare saggi con così tante brutte notizie che si accumulavano?Per me, la notizia più paralizzante è stata che la Natura non è conservazionista. Non aveva bisogno di nessun aiuto da parte nostra per smontare il pianeta e rimetterlo a posto in una maniera diversa, non necessariamente migliorandolo dal punto di vista degli esseri viventi. Dava fuoco alle foreste con i fulmini. Ricopriva vasti tratti di terra arabile con la lava, che non poteva supportare la vita meglio di quanto lo farebbe un parcheggio in una grande città. Nel passato aveva permesso la discesa dei ghiacciai giù dal Polo Nord macinando vaste porzioni dell'Asia, dell'Europa e del Nord America. Ne c'è una qualche ragione per cui non potrebbe rifarlo un giorno o l'altro. In questo momento sta trasformando le fattorie Africane in deserto, e si può prevedere che scaglierà maremoti o piogge di meteoriti dallo spazio in ogni momento. Non ha solo sterminato specie squisitamente evolute in un batter di ciglia, ma anche ha asciugato oceani e affogato continenti. Se le persone pensano che la Natura sia loro amica, allora non hanno bisogno sicuramente di una nemica.Si, e come voi, persone che vivono a cent'anni da noi, dovreste sapere molto bene, e come i vostri nipoti sapranno ancora meglio: la Natura è  spietata quando si tratta di far corrispondere la quantità di vita in ogni posto e  in ogni momento alla quantità di cibo disponibile.Così, cosa avete fatto voi e la Natura per il sovrappopolamento? Qui nel 1988, ci stiamo vedendo come una sorta di nuova glaciazione, dal sangue caldo e intelligente, implacabile, sul punto di divorare avidamente tutto e poi far l'amore- per raddoppiare nuovamente di dimensione.In seconda istanza, non sono sicuro di poter sopportare di sentire cosa voi e la Natura abbiate potuto fare per lo squilibrio troppe persone - poco disponibilità di cibo.E qui vi propongo un'idea un po' pazza: è possibile che ci siamo puntati contro missili con testate nucleari all'idrogeno, pronti al lancio, in modo da distoglierci la mente dal problema più profondo -quanto crudelmente possiamo aspettarci che la Natura ci tratti, la Natura essendo la Natura, nel futuro prossimo?Ora che possiamo discutere il caos in cui ci troviamo con un po' di precisione, spero che voi abbiate smesso di scegliere degli ottimisti atrocemente ignoranti come vostri leader. Essi sono stati utili fino a quando nessuno aveva idea di ciò che stava succedendo- durante i passati sette milioni di anni. Nel mio tempo essi sono stati catastrofici come capi di sofisticate istituzioni con del vero lavoro da svolgere.Il tipo di leader di cui abbiamo bisogno non è quello che promette la sconfitta finale della Natura attraverso la perseveranza nel vivere come viviamo al giorno d'oggi, ma quelli con il coraggio e l'intelligenza di presentare al mondo una austera ma ragionevole resa alla Natura:
  1. Riducete e stabilizzate la popolazione.
  2. Basta con l'inquinamento di aria, acqua e suolo.
  3. Basta prepararsi alla guerra e iniziate ad occuparvi dei veri problemi.
  4. Insegnate ai vostri bambini, e anche a voi stessi, mentre lo fate, come abitare un piccolo pianeta senza ucciderlo.
  5. Smettete di pensare che la scienza possa sistemare tutto se le fornite un trilione di dollari.
  6. Smettete di pensare che i vostri nipoti staranno bene, non importa quanto spreconi o distruttivi voi siate, dal momento che potranno andare su un nuovo e bel pianeta su una navicella spaziale. Questo è veramente meschino, e stupido.
  7. E così via. O ancora.
Sono troppo pessimista sulla vita tra cent'anni? Forse ho speso troppo tempo con scienziati e poco con chi scrive i discorsi ai politici. Per quello che so, anche i portaborse avranno i propri elicotteri e i propri razzi personali nel 2088. Nessuno dovrà lasciare casa propria per andare al lavoro o  a scuola, o fermarsi per guardare la televisione. Tutti siederanno tutto il giorno schiacciando le chiavi di un computer connesso a tutto quanto ci sia, e berranno aranciata con le cannucce come gli astronauti. 
Saluti,    
Kurt Vonnegut
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