7 domande che ogni scrittore di Fanfiction dovebbe porsi

Creato il 09 ottobre 2015 da Scrid
Posted on 9 ottobre 2015 by Sonia Lombardo in corsi di scrittura | Leave a comment

Nella sua definizione più semplice, fanfiction è un genere di scrittura amatoriale che prende spunto da materiale “originale”, ovvero da libri popolari, spettacoli televisivi, film, ma può espandersi a quasi tutto, dalla vita delle celebrità ai viaggi di oggetti inanimati.

I fanwork sono creati dai lettori con l’intento di espandere l’universo narrativo di cui sono appassionati e condividere queste loro creazioni con altri fan gratuitamente.

Come viene specificato in un articolo su The Conversation, la classificazione “fanfiction” deriva solitamente dal contesto in cui le opere vengono create e diffuse, piuttosto che da qualcosa inerente l’oggetto o la qualità della scrittura.
Ci sono prove della nascita di comunità di fan che si uniscono intorno a serie televisive di fantascienza, come Star Trek, già dalla metà degli anni ’60, ma è grazie ad Internet, che ha reso molto più semplice il contatto tra i fan, che il genere esce dalla sottocultura.

Link utili:

http://www.efpfanfic.net

http://fireandblade.org/index.php

http://fanfic-italia.livejournal.com

https://www.wattpad.com/

https://kindleworlds.amazon.com/

Certo, le tematiche affrontate, la qualità della scrittura e le tante questioni ancora aperte sulla violazione del copyright, fanno sì che la fanfiction venga ancora considerata con un certo scherno. Eppure, i più grandi successi editoriali degli ultimi anni (50 Sfumature di Grigio e After) nascono come fanfiction; per non parlare della popolarità di piattaforme come Wattpad, che ha fatto di questo genere il suo punto di forza, con 7.544.914 di lavori caricati solo nel 2013.

Il suo potere deriva dal fatto che la fanfiction consente di abbattere i confini di una storia, giocare con la fantasia, interpretare e reinterpretare eventi, relazioni e personaggi, per riprodurli in diversi scenari e contesti culturali.

L’intento è quello di colmare gli aspetti insoddisfacenti o problematici di una storia originale, perciò non c’è da stupirsi se la percentuale maggiore di fan è costituita da donne, che pare abbiano una spiccata tendenza all’esplorazione dell’intimo e delle relazioni sentimentali.

Di conseguenza, la fanfiction è spesso bersaglio delle stesse critiche che vengono rivolte ai romanzi d’amore o alla narrativa Young Adult: se ne mette in discussione la verosimiglianza o si ironizza sul tipo di rapporti rappresentati e gli espliciti riferimenti sessuali.

Secondo l’autrice Jordan West, tutto questo è inevitabile quando con la scrittura si prova ad oltrepassare gli schemi di ciò che viene considerato “normale”. Ecco perché, prima di sedersi a scrivere la propria storia, ogni autore di fanfiction dovrebbe porsi alcune utili domande:

1. Che cosa è normale?

I nostri istinti, che sono stati affinati da una vita di consumo dei media, ci dicono di cancellare o minimizzare le identità che si allontanano troppo dalla normalità; il nostro istinto è quindi razzista, misogino, omofobico, transfobico… Non è colpa vostra se il cervello funziona in questo modo. Sono problemi sistemici che esistono nella nostra cultura al di là delle azioni e dei sentimenti di una persona qualsiasi. Solo perché il vostro istinto è terribilmente bigotto, non significa che voi, personalmente, siete bigotti. La cosa veramente importante è ciò che farete una volta che ve ne siete resi conto.

2. Che cosa renderebbe il racconto più interessante?

Cosa accade una volta che si è deciso di fare qualcosa di diverso dal normale?
Sono piccole questioni che hanno un impatto minimo sulla storia vera e propria, ma fanno una grande differenza nella scrittura. Ricordate, una delle cose più interessanti della fanfiction è che si può prendere ciò che è già stato creato per farne qualcosa di più.

3. Cosa ho bisogno di sapere?

Internet fornisce alle persone facile accesso a una varietà incredibile di informazioni e a piattaforme su cui parlare di ciò che vogliono. Blog e wiki diventano spesso le vostre migliori risorse, quando dovete parlare di persone reali. Più ricerca si fa, più si capisce la loro vita e migliore sarà la storia.

4. Cosa sto sbagliando?

Seriamente. La prima cosa che dobbiamo fare è riconoscere che, nonostante tutta la nostra ricerca e cautela, stiamo per fare cose sbagliate.
Le stesse fonti che ci hanno addestrati a pensare a certi tipi di persone come “altri”, ci hanno anche nutriti di disinformazione e stereotipi, il che significa che la maggior parte di ciò che pensiamo di sapere è sbagliato. E’ un dato di fatto, ed è qualcosa di cui tenere conto nella scrittura. Non date per scontato che le esperienze di una persona rappresentano necessariamente tutti gli altri. Se state descrivendo un personaggio, la cosa peggiore che potete fare è presumere di sapere com’è la sua vita.

5. È uno spiegone?

Il nostro lavoro come scrittori di narrativa è quello di intrattenere e coinvolgere, non di istruire o pontificare. Abbiamo la responsabilità di scrivere alcuni personaggi nel modo più accurato e sensibile possibile, ma non è vostro compito assicurarvi che tutti gli altri sapiano “come è la vita”. Innanzitutto perché questo renderebbe la storia noiosa e le persone non leggono le storie noiose. Mentre, il modo migliore per educare è quello di promuovere la vostra presenza tra i fan.

6. Cosa succede se faccio arrabbiare la gente?

Questa non è una domanda, è un dato di fatto. Non importa quanto siamo attenti, ci sara qualche dettaglio o una parola sbagliata, su cui qualcuno richiamerà l’attenzione. E questa è una buona cosa: essere richiamati per i nostri errori è la migliore possibilità che abbiamo per migliorare.
L’unica risposta adeguata è: riconoscere l’errore; chiedere scusa; correggere l’errore.
In nessun caso dobbiamo: ignorare il commento, anche se abbiamo intenzione di correggere l’errore; esprimere i nostri sentimenti in risposta al commento; metterci a discutere.

7. Perché lo sto facendo?

Le opere di fanfiction non rispondono alle stesse convenzioni dei media mainstream, quindi,
non bisogna lasciarsi bloccare dalla paura di assumersi la responsabilità per le nostre storie.
Io faccio quello che voglio, e quello che voglio è più “fics” che riconosca l’incredibile varietà di persone nel mondo. Nessuno ti sta chiedendo di sradicare la disuguaglianza e diventare un campione per la giustizia sociale. Ma pensare in un modo un po’ diverso e farti alcune domande è un buon inizio.


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